Le dichiarazioni di Ilaria Salis, eurodeputata eletta lo scorso giugno nelle fila di Alleanza Verdi-Sinistra, continuano a suscitare dibattiti accesi. L’oggetto della controversia è una sua proposta, condivisa attraverso un post sul social X, di chiudere il carcere minorile Cesare Beccaria di Milano. Questo istituto, da tempo teatro di tensioni, è stato al centro delle cronache recenti a causa delle rivolte scoppiate all’inizio di settembre. Di fronte a questi episodi di disordine, la Salis ha avanzato una proposta che si distacca nettamente dalle soluzioni convenzionali, scatenando una forte reazione da parte della politica italiana, in particolare dei rappresentanti del centrodestra, che hanno criticato duramente l’iniziativa.
Salis: il suo punto di vista
Secondo Ilaria Salis, l’Istituto Penitenziario per Minori di Milano, il Cesare Beccaria, rappresenta un modello fallimentare che va ripensato dalle fondamenta. L’eurodeputata ha descritto la struttura come un “disastro“, sottolineando come negli anni siano emerse numerose criticità, molte delle quali non hanno ricevuto l’attenzione che meriterebbero da parte della politica e delle istituzioni italiane. Tra i problemi che Salis ha messo in luce vi sono la carenza di mediatori culturali, figure essenziali per garantire una gestione umana e inclusiva dei giovani detenuti provenienti da contesti diversi. A ciò si aggiungono le condizioni fatiscenti della struttura, che verserebbe in uno stato di degrado tale da rendere difficile un efficace percorso di recupero per i ragazzi detenuti.
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Un altro punto cruciale sollevato dall’eurodeputata è la mancanza di adeguati programmi di reinserimento sociale. Secondo la Salis, questi programmi, fondamentali per la rieducazione e il futuro reintegro dei giovani nella società, sarebbero del tutto insufficienti e mal strutturati. Infine, ha puntato il dito contro i metodi repressivi delle autorità all’interno del carcere, denunciando episodi di violenza perpetrati da parte della polizia penitenziaria. A sostegno delle sue accuse, Salis ha citato un episodio particolarmente grave: “Nessuno deve dimenticare la brutale aggressione subita da un quindicenne detenuto da parte degli agenti”, ha dichiarato, cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’urgenza di un intervento.
La polemica politica
La proposta di Ilaria Salis non ha tardato a scatenare reazioni forti, soprattutto da parte del centrodestra italiano. Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, ha espresso il suo netto dissenso, definendo la posizione dell’eurodeputata come estremamente pericolosa per la sicurezza e il benessere del Paese. “Con queste proposte, la Sinistra si dimostra un pericolo per la Nazione“, ha dichiarato Foti, aggiungendo che Salis, con le sue parole e azioni, avrebbe dimostrato ancora una volta il suo orientamento politico radicale. Il capogruppo ha poi citato altre prese di posizione controverse della deputata, come il suo appello per la liberazione dell’attivista Maysson Majidi e la difesa di Luigi Spera, figure considerate problematiche da parte della destra italiana.
Anche Enzo Amich, deputato piemontese di Fratelli d’Italia, si è unito al coro di critiche, definendo “inquietanti” le posizioni politiche della Salis. Secondo Amich, l’eurodeputata rappresenterebbe una corrente della sinistra antagonista che, a suo dire, si oppone sistematicamente all’ordine costituito e promuove messaggi di destabilizzazione sociale. “Ecco il vero volto della sinistra nelle istituzioni”, ha tuonato, facendo eco alle preoccupazioni espresse dal suo collega di partito.
Una questione aperta
La proposta di chiudere il Cesare Beccaria ha sollevato interrogativi importanti non solo sullo stato delle carceri minorili italiane, ma anche su come affrontare il problema della criminalità giovanile e del reinserimento sociale. Mentre la destra italiana vede nelle parole della Salis un attacco alle istituzioni e all’ordine pubblico, i sostenitori dell’eurodeputata potrebbero interpretare la sua proposta come un tentativo di riformare un sistema considerato inadeguato. Quello che appare certo è che il dibattito, lontano dall’essere chiuso, continuerà a occupare la scena politica nei prossimi mesi, con forti contrapposizioni tra chi vede nella riforma del sistema carcerario minorile una necessità e chi, invece, teme che certe proposte possano minare la sicurezza pubblica.
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