“Io ho avuto una visione chiara di quanto è emerso al tavolo per il salario minimo: secondo me stiamo semplificando troppo il discorso, il problema della povertà è un tema sta caro a tutti quanti, sia al governo, sia alle opposizioni”. Queste le parole rilasciate a Qn da Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro (Lega).
Salario minimo, Durigon: “Serve giudizio, non bandiere”
Il sottosegretario al Lavoro leghista poi, ha continuato a spiegare nell’intervista i grandi problemi di comunicazione presenti quando Governo e opposizioni si mettono a discutere sul salario minimo : “Serve giudizio su questi temi, ampi e complessi da affrontare, non sventolare le bandiere politiche. Così facendo non si arriva da nessuna parte”. “Il problema riguarda molti più italiani di quelli che stiamo prendendo in considerazione – continua a spiegare il Durigon. – Non solo sono in difficoltà solo quelli che percepiscono un salario basso ma anche coloro che ne ricevono uno mediano, rimasto invariati in Italia per anni. La soluzione a parer mio è quella di rendere più remunerativo tutto il lavoro, non porre un tetto al ribasso”.
Salario minimo: il ruolo del Cnel
Durigon poi, ha anche espresso la sua posizione sul Cnel, in completo disaccordo con le parole di Renzi rilasciate ieri sul suo profilo social di Instagram: “Era fondamentale coinvolgere il Cnel, è l’unico depositario di oltre mille contratti nazionali di lavoro. I suoi dati sono fondamentali per riuscire a capire come la politica può risolvere al meglio questo problema”. Secondo Il sotto sottosegretario al Lavoro leghista è necessario un intervento a tutto campo, perché sono tanti i motivi che generano povertà nelle tasche degli italiani.
L’orizzonte temporale
Perché discuterne con tanta urgenza proprio ad agosto? Secondo Durigon sarebbe tutta una strategia delle opposizioni: “Come si può solo pensare di portare a compimento una riforma del genere ad agosto? La verità è che, anche se ipoteticamente venisse votata una proposto adesso, oggi 13 agosto, non entrerebbe in vigore prima di novembre 2024. Quindi, ripeto, perché tanta fretta? Questa insistenza mi sembra solo un’operazione di demagogia”. In conclusione, ipotizza Durigon che l’orizzonte temporale per un percorso del genere sarebbe la prossima finanziaria.