I circa 19 milioni gli elettori complessivi, compreso un milione di residenti all’estero si sono recati ai seggi in Romania per il ballottaggio che ha designato il nuovo presidente della Repubblica. La sfida a duello per i due candidati George Simion, leader dell’ultradestra, critico di Ue e Nato e contrario a ulteriori aiuti militari all’Ucraina, e Nicusor Dan, attuale sindaco di Bucarest, convinto europeista su posizioni centriste e moderate, si è conclusa con la sua vittoria.
Un risultato che arriva dopo aver scrutinato oltre il 94% delle schede, il candidato centrista ha ricevuto quasi il 54% dei voti, rispetto al 46% del leader del partito nazionalista AUR, George Simion, che ha comunque rivendicato la vittoria, accusandolo di “frode”.
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Simion contesta: “Sono io il nuovo presidente”
A stretto giro arrivano però le contestazioni del suo avversario Simion in protesta dei dati dei sondaggi fuori dalle urne, rivendicando di avere, secondo le sue stime almeno 400mila voti in più. “Io sono il nuovo presidente e restituisco il potere ai romeni”.
Romania, il primo turno delle presidenziali
Lo scorso 4 maggio, al primo turno delle elezioni presidenziali, Simion si era ampiamente affermato con il 40,9%, rispetto al 20,9% giunto a Dan. Dalle urne, aperte alle 7 locali (le 6 in Italia), chiuderanno alle 21 locali (le 20 in Italia), si prevede che le prime indicazioni sull’esito della consultazione arriveranno poco dopo.
In base agli ultimi sondaggi, si pronosticava un risultato incerto, ed è probabile che si assista a un testa a testa. Determinante potrebbe rivelarsi il voto della numerosa diaspora romena potrebbe essere determinante, visto e considerato che ha potuto votare già da venerdì e la cui partecipazione viene data in forte incremento rispetto al primo turno.
Non è passata in sordina la crociera di Simion che ha fatto tappa nelle varie capitali europee, Roma compresa, nei giorni scorsi. Una serrata missione che non è un caso. Si pensi che solo in Italia per la comunità romena sono stati allestiti 160 seggi su tutto il territorio nazionale.
Si tratta di uno spoglio estremamente importante in quanto, oltre a determinare il nuovo presidente della Romania, sembra essere destinato a sancire anche la posizione che il Paese balcanico, confinante con l’Ucraina, assumerà sulla scacchiera europea nonché nel contesto geopolitico internazionale. Senza tralasciare la sua posizione strategica nel quadrante sudorientale della Nato.
Romania, il voto dei due candidati
I due sfidanti nel ballottaggio delle presidenziali, George Simion e Nicusor Dan, si sono recati alle urne per votare in mattinata. Come avvenuto nel primo turno di due settimane fa, il leader dell’ultradestra si è presentato al seggio con Calin Georgescu, l’estremista di destra vincitore del primo turno delle precedenti presidenziali di fine novembre, poi annullato dalla Corte costituzionale.
“Abbiamo votato affinché sul nostro futuro decidano solo i romeni, per i romeni e per la Romania“, ha sentenziato Simion, puntualizzando di aver dato un voto “contro le ingiustizie fatte al popolo romeno, contro le vessazioni e la povertà“. Il suo avversario, Dan ha invece rivelato di aver votato per l’orientamento europeo del Paese e “un buon rapporto con i partner e non per l’isolamento“, per poi rivolgere l’invito ai romeni di recarsi alle urne “poiché il futuro dipende dal voto di tutti“.
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