Renzi affonda su salari e caro vita: “Gli italiani fuggono e il governo non fa nulla”

Gli affitti non sono più gestibili e i neolaureati emigrano verso Paesi che offrono lavori più redditizi e un costo della vita adeguato ai salari. L'Italia non sembra più una Nazione pronta ad ascoltare le necessità del suo popolo e il governo è ingolfato dalle molteplici difficoltà da affrontare. Renzi, quindi, ricorda un suo cavallo di battaglia: "Noi avevamo tolto l'Imu sulla prima casa e dato gli 80 euro netti mensili a dieci milioni di famiglie. Non era il Bengodi ma almeno dava una mano al ceto medio"

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Matteo Renzi non è affatto soddisfatto della gestione che il governo di Giorgia Meloni sta mettendo in atto sul fronte economico. I continui rimandi ai miglioramenti dal punto di vista fiscale secondo il leader di Italia Viva non corrisponderebbero a realtà e sarebbero un tentativo dell’esecutivo di convincere la popolazione che la situazione non è così tragica come sembra. Dietro questa patina dorata, però, si nasconderebbero problematiche gravissime, che rendono la vita degli italiani più complessa di un decennio fa.

Meloni si preoccupi delle famiglie italiane anziché pensare a come intercettare i giornalisti“, ha tuonato l’ex premier, facendo nuovamente riferimento al caso Paragon, ovvero al presunto spionaggio ai danni di professionisti dell’informazione e attivisti operanti sul territorio italiano. I punti su cui Renzi è più critico sono numerosi: dalla pressione fiscale, che non sarebbe realmente diminuita, passando per il calo del potere d’acquisto reale delle famiglie, fino al costo delle case e alla stagnazione dei salari. Tutti punti su cui il centrosinistra si sta concentrando per cercare di convincere gli italiani che il governo Meloni non è adatto a guidare il Paese.

La partita si vince sulla capacità di dare risposte economiche al ceto medio“, ha spiegato l’ex volto del Terzo Polo, chiarendo che le opposizioni devono entrare nell’ottica che per attaccare realmente l’esecutivo bisogna puntare tutto sulle idee e non sulle ideologie. “Il governo Meloni è un governo tutto tasse e chiacchiere“, ha continuato Renzi, prima di affondare su uno degli elementi che ritiene più gravi al momento. Le spese del governo, dal suo punto di vista, non sarebbero realmente finalizzate ad aiutare il ceto medio.

Renzi: “Le famiglie stanno peggio di 10 anni fa”

Qui si moltiplicano le segretaria di Lollobrigida, i collaboratori di Brunetta e intanto gli italiani fuggono all’estero“, ha osservato, ricordando che nel 2024 sono stati circa 200mila gli italiani che hanno lasciato il Paese. Incalzato su quali sarebbero le priorità su cui si concentrerebbe se eletto premier, Renzi non si è fatto trovare impreparato. Innanzitutto, il leader di Italia Viva procederebbe con una riforma del legame tra “tasse stratosferiche” e “burocrazia asfissiante“. Per rilanciare il settore, infatti, basterebbe riprendere in mano il piano di Industria 4.0 e migliorarlo.

Nello specifico andrebbero eliminate le tasse su ciò che un imprenditore decide di prendere dagli utili aziendali per dare ai lavoratori. In questo modo vi sarebbero convenienze sia per gli imprenditori che per i dipendenti. Il secondo punto riguarda i salari. “Ci sono laureati che prendono uno stipendio da fame, persone che non riescono ad arrivare più alla fine del mese pur avendo uno stipendio che fino a 10 anni fa era normale“, ha spiegato, sottolineando che insieme al caro vita è necessario che vengano potenziati anche gli stipendi per evitare che il Paese si blocchi.

Il governo si è detto soddisfatto del calo del potere d’acquisto, ma secondo Renzi la realtà sarebbe ben diversa da quanto raccontato dall’esecutivo. “Il potere d’acquisto reale delle famiglie non è aumentato rispetto al 2022, quando Meloni ha preso in mano l’Italia“, ha chiarito, sostenendo che in realtà questo dato è crollato rispetto a 10 anni fa. Nulla da festeggiare, insomma, neanche dal punto di vista della pressione fiscale.

Il miglioramento dei dati sull’evasione fiscale non sarebbe un merito di questo governo ma la semplice conseguenza delle misure attuate nel 2015, tra cui la fattura elettronica e la precompilata. Nonostante questi miglioramenti, però, in Italia la pressione fiscale continua ad aumentare, dimostrando che l’economia italiana non è affatto sana. “Le famiglie stanno peggio di dieci anni fa secondo i dati Istat, Caritas e tutti i sondaggi“, ha continuato, evidenziando come la maggioranza non stia realmente lavorando a favore del ceto medio, nonostante quanto dichiarato dal premier.

Renzi: “Un centro che guarda a sinistra può vincere le elezioni”

Gli affitti non sono più gestibili e i neolaureati emigrano verso Paesi che offrono lavori più redditizi e un costo della vita adeguato ai salari. L’Italia non sembra più una Nazione pronta ad ascoltare le necessità del suo popolo e il governo è ingolfato dalle molteplici difficoltà da affrontare. Renzi, quindi, ricorda un suo cavallo di battaglia: “Noi avevamo tolto l’Imu sulla prima casa e dato gli 80 euro netti mensili a dieci milioni di famiglie. Non era il Bengodi ma almeno dava una mano al ceto medio“.

Parlando proprio delle sue iniziative, Renzi ha puntualizzato che l’obiettivo del suo partito è quello di raccogliere figure politiche, associazioni ed esponenti del terzo settore che vogliono essere parte di un centrosinistra che ha una visione più riformista degli attuali Pd e M5S. Questa nuova formazione non metterà veti su nessuno, con l’obiettivo di creare un centro che guarda a sinistra” che sia in grado di fare un risultato simile rispetto a quello ottenuto dal Terzo Polo tre anni fa. “Così, Meloni perderà le elezioni“, ha spiegato Renzi, lanciando una nuova speranza in vista delle elezioni Politiche del 2027.

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