La fiducia del centrosinistra è riposta tutta nella storica e vecchia Toscana rossa che in 55 anni di storia delle Regioni non ha mai visto la destra al comando. Insomma, la posta in gioco è alta e le urne sono aperte per le regionali dalle 7 di oggi fino alle 15. Subito dopo avrà inizio lo spoglio.
Un’altra tornata di elezioni che saranno l’ulteriore test per i partiti di maggioranza come per l’opposizione e le sue “strategie” per sfangarla almeno in Toscana. Tre i candidati presidente: per il centrosinistra il governatore uscente dem Eugenio Giani appoggiato da Pd, Avs, Casa Riformista e M5s, per la destra il sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi, con le spalle coperte da FdI, Lega, Forza Italia, Noi Moderati, E’ ora civica per Tomasi, e per la sinistra-sinistra, l’attivista Antonella Bundu, sostenuta da Toscana Rossa che racchiude Potere al Popolo, Possibile e Rifondazione Comunista.
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Insomma, all’orizzonte le possibilità sono ben poche: o il bis di Giani o una vittoria che sarebbe storica per la Toscana della destra con Tomasi. E a decidere per il futuro della Regione saranno i tre milioni di aventi diritto, tra cui oltre 200mila all’estero, 17mila diciottenni che votano per la prima volta.
L’affluenza alle 23
Alle 23 le urne si sono chiuse con un risultato che resta comunque deludente. Nella prima giornata di voto si sono recati alle urne il 35,70% degli aventi diritto. L’affluenza continua a essere un dato non ignorabile, tanto da essere aumentata di ben 10 punti rispetto alla stessa ora del voto del 2020, in cui votò il 45,89%.
L’affluenza alle 19
Alle 19 di oggi, i dati sull’affluenza continuano a preoccupare. In Toscana si sono recati alle urne solo il 28,17% degli aventi diritto. Un dato che, come riporta Ansa, fa riferimento a tutte le 3922 sezioni della Regione. Il risultato è nettissimo: nel 2020, alle scorse Regionali, alla stessa ora aveva votato il 36,28% dei cittadini. Il distacco di 8 punti pesa enormemente sulle spalle dei membri della politica italiana.
La provincia con il dato di affluenza più alto è quella di Firenze con il 31,66%, contro il 39,74% di cinque anni fa, e la più bassa è Massa Carrara con il 22,91% contro il 30,98% del 2020. Le urne chiuderanno tra poche e per domani la speranza è che i dati crescano improvvisamente.
L’affluenza alle 12
Come ogni tornata elettorale si mantiene sotto osservazione l’affluenza alle urne nelle varie sezioni di voto. I primi dati rilevati e riportati da Eligendo, sito del ministero dell’Interno, fanno riferimento alle 12, quando l’affluenza registrata è del 9,95%, percentuale relativa a tutte le 3.922 sezioni in cui si vota in regione. Un dato che sarebbe in calo rispetto alla stessa rilevazione alle precedenti elezioni regionali del 2020, quando allo stesso orario aveva votato il 14,66%. Per il momento, la provincia che ha l’affluenza più alta alle 12 è Firenze, pari all’11,48 mentre la più bassa è a Massa Carrara con il 7,86%.
Regionali Toscana, le prospettive
Ma non si tratta di Regionali qualunque. In questo caso, si pensa di poter considerare le elezioni in Toscana come un test a livello nazionale. Da un lato, il campo largo in cerca di rivincita, quel “2 a 1” che Giani evoca da giorni. Elly Schlein, segretaria del Pd, in prima battuta aveva immaginato di cambiare candidato ma a farla desistere la popolarità dell’uscente governatore.
Ma da tenere sottocchio è anche la sfida sottotraccia che si disputa tra Avs e Casa riformista satellite di Matteo Renzi per accaparrarsi il secondo posto nel centrosinistra. Ma a non passare in sordina è anche la coalizione allargatasi non solo il partito di Bonelli e Fratoianni ma anche i pentastellati anche se tra infiniti contrasti.
Per Meloni sarà anche il modo per valutare quanto pesa lo zoccolo duro della destra toscana che potrebbe ritrovarsi nella figura del generale Roberto Vannacci che il vicepremeir Matteo Salvini, leader della Lega, ha nominato responsabile in Toscana. Cinque anni fa, infatti, il Carroccio invase il Consiglio regionale con 8 eletti, questa volta è FdI che monopolizzerà. Per quanto riguarda la candidata Bundu della sinistra radicale, l’obiettivo del quorum da raggiungere è il 5% sicché possano tornare in Consiglio dopo un lustro.
Ma andando nel tecnico, se nessuno dei candidati raggiungerà il 40% di voti necessari, tra due settimane di terrà il ballottaggio. Una eventualità che nessuna delle legge elettorali delle altre Regionali contempla. Ci sarà una sola scheda, di colore arancione, ma due sono i voti: uno per il presidente, l’altro per una delle liste in appoggio e dunque per la composizione della futura assemblea regionale. Due voti che possono essere anche disgiunti, come già si poteva fare dal 2010.
Sulla scheda i simboli sono incolonnati sulla sinistra e, a fianco, è indicato il candidato presidente collegato, il cui nome, in caso di coalizione, si trova all’interno di un rettangolo ampio corrispondente alle liste che lo sostengono. Accanto ad ogni simbolo si trova sulla scheda l’elenco dei candidati consiglieri della circoscrizione con una casella a fianco da contrassegnare per indicare la preferenza. Di circoscrizioni ce ne sono tredici in tutta la Toscana: quattro per la città metropolitana fiorentina e una per ciascuna altra provincia.
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