Mentre l’8 e il 9 giugno si avvicinano, il centrosinistra continua a fare rumore pur di attirare più attenzione possibile da parte della popolazione italiana, con l’obiettivo di garantire che il referendum raggiunga il quorum. Quella che per molti potrebbe sembrare una battaglia contro i mulini a vento, per le opposizioni è divenuto il conflitto da cui ripartire e soprattutto da cui ritrovare l’unitarietà.
Così, Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli, Riccardo Magi e il segretario della Cgil, Maurizio Landini, si sono presentati a piazza Vittorio, a Roma, per continuare a urlare l’importanza del diritto e del dovere di voto e invogliare i cittadini a compiere la scelta giusta. Un’operazione che sembrerebbe aver assunto ancora più importanza a seguito delle parole del centrodestra che, ad eccezione di Maurizio Lupi di Noi Moderati, ha invitato i cittadini italiani a restare a casa per no votare.
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“Lo voglio dire a un certo ministro che ha detto che non andrà a votare e starà con i suoi figli, noi andremo a votare anche per il futuro dei suoi figli“, ha sostenuto Schlein dal palco romano, mandando una dura frecciatina a Matteo Salvini, vicepremier e leader della Lega, che per ultimo nella maggioranza si è espresso sui referendum. Sembrerebbe che le opposizioni abbiano finalmente trovato una voce unica con cui esprimersi, eppure anche sul voto del referendum le opposizioni sembrano spaccate.
L’unico partito che porta avanti la campagna per i cinque sì è Alleanza Verdi e Sinistra, mentre gli altri procedono in ordine sparso. Nel Pd Schlein ha dichiarato di sostenere a pieno tutti e quattro i testi, ma si rischia che le varie sezioni del partito possano procedere diversamente. I pentastellati di Conte sostengono solamente i quattro quesiti sul lavoro, mentre sulla cittadinanza è stata lasciata “libertà di scelta“. +Europa, invece, ha dichiarato che voterà sì solamente ai quesiti su appalti e sicurezza.
Referendum, i tentativi delle opposizioni di portare i cittadini alle urne
La segretaria del Pd sembra la più agguerrita sul palco di Piazza Vittorio, da dove a uno a uno attacca tutti i volti del governo che hanno deciso di sostenere l’astensionismo. “Ora è il momento di andare a votare, se chi ha il busto di Mussolini in casa ti invita a non andare a votare“, dichiara in riferimento alla seconda carica dello Stato, che la scorsa settimana ha dichiarato di essere pronto a fare “propaganda per il non voto“. Per il volto dei dem questo è il momento che i cittadini esercitino i loro poteri, perché a loro oggi è data la possibilità di “cambiare le leggi“.
Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, arringa la folla a suon di inviti ad andare alle urne, invocando “il voto di massa“, in risposta alla richiesta di un governo che invece vorrebbe che il popolo non esercitasse un suo potere. Non mancano poi le stoccate nei confronti del comportamento del governo Meloni che, secondo il pentastellato, “in Consiglio dei ministri litiga per le poltrone“.
Il leader di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, ha invece esortato i cittadini ad andare a votare ed esprimere cinque sì, “contro il centrodestra un po’ codardo che invita all’astensione“. Una posizione condivisa da Angelo Bonelli, con cui guida Avs, che ha voluto anche porre l’attenzione sulla tragica situazione ora in corso a Gaza. Riccardo Magi ha chiuso il programma chiedendo un confronto al vicepremier Matteo Salvini, in quanto quest’ultimo avrebbe definito il referendum come “pericoloso“.
Al centro della giornata, poi, il segretario della Cgil. Maurizio Landini sembra piuttosto a suo agio tra l’orda di fotografi e giornalisti, mentre cerca di convincere i presenti che la sfida del raggiungimento del quorum è “un obiettivo assolutamente raggiungibile“. Una battaglia che deve essere combattuta in primis per eliminare quelle che lui stesso ha definito “leggi balorde“, ma anche per mandare un messaggio a tutti coloro che hanno tentato “in maniera inaccettabile di oscurare la tornata referendaria“. Non resta che attendere il 9 giugno, quando i seggi chiuderanno e solo lo spoglio dei voti potrà confermare se Landini avrà torto o ragione.
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