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Referendum, Meloni alle urne ma senza votare: la via mediana che infuria Schlein e Landini

Meloni ha annunciato di essere pronta a recarsi alle urne l'8 e 9 giugno affinché la foto della presenza al seggio possa essere scattata, ma non entrerà per votare. Una scelta di "garbo istituzionale" che però ha creato scompiglio tra le opposizioni. La segretaria del Pd, Elly Schlein, ha spiegato che questa modalità non è altro che una presa in giro per gli italiani

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Nel giorno della Festa della Repubblica, Giorgia Meloni, ha annunciato la sua strategia in riferimento al referendum dell’8 e 9 giugno. Il Presidente del Consiglio andrà alle urne ma non ritirerà le schede, come da lei stesso dichiarato. Una scelta digarbo istituzionale“, necessaria per evitare che il giorno del voto non appaia la foto del capo del governo alle urne. Allo stesso tempo, però, il voto di Meloni non sarà tra quelli del popolo e quindi non parteciperà al raggiungimento del quorum.

Una posizione a metà, che cerca di allinearsi a quella assunta dal centrodestra. Gli esponenti dei tre partiti di maggioranza hanno annunciato la volontà di non partecipare al voto nel tentativo dichiarato di non far raggiungere il quorum e quindi mandare a vuoto la votazione. Una scelta che ha irritato visibilmente le opposizioni che, anche se in ordine sparso, hanno tentato in ogni modo di convincere la popolazione italiana a prendere parte alle votazioni.

La decisione di Meloni sul referendum dell’8 e 9 giugno

A destare maggiore interesse è proprio la decisione del premier di parlare della sua decisione il giorno in cui si festeggia il passaggio del Paese dalla Monarchia alla Repubblica. Una scelta che è stata possibile proprio grazie ad un referendum, a cui prese parte l’89% degli aventi diritto, comprese le donne. In una data in cui il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha scelto di ricordare l’importanza della democrazia, del potere del popolo e quindi del diritto di voto, il capo del governo ha spostato l’attenzione sulla possibilità di non sfruttare questo mezzo, preferendo non esprimere una posizione pur di non permettere che vicano i cinque ““.

Sembrerebbe, come riporta il Corriere della Sera, che la scelta di Giorgia Meloni sia stata valutata nelle ore precedenti con le persone a lei più vicine. Inoltre, la scelta di comunicarla il 2 giugno, a qualche giorno dal voto, è necessaria ad evitare di attirare troppa attenzione sull’evento. La speranza, quindi, è che le polemiche sulle parole del premier si sgonfino prima dell’8 giugno, dando meno pubblicità possibile alla due giorni. “Giorgia è la premier e non ha detto ‘non votate’“, sintetizza un fedelissimo del premier, tentando già di minimizzare la situazione.

Inoltre, viene sottolineato, le parole del premier non sono affatto un invito. Si tratta di una decisione personale a cui il popolo può decidere di allinearsi oppure no. Al contrario del presidente del Senato, Ignazio La Russa, che ha dichiarato di andare a votare ma di essere pronto a “fare propaganda” affinché i cittadini non si rechino alle urne, Meloni ha semplicemente risposto ad una domanda dei cronisti, senza avere secondi fini.

Meloni, infatti, si è trovata nel mezzo di una coalizione di governo che ha preso una posizione chiara in riferimento al referendum e quindi per lei non era più un’opzione quella di non esprimere un posizionamento. Tra cronisti e membri delle opposizioni, il Presidente del Consiglio veniva costantemente incalzata sulla sua decisione. Già lo scorso 1° giugno, al ricevimento nei giardini del Quirinale, Meloni era stata raggiunta dai giornalisti che erano intenzionati a scoprire quale fosse la sua intenzione per l’8 e il 9 giugno. Il premier, però, aveva preferito non rispondere, salvo poi cedere il giorno successivo.

Schlein: “Così Meloni prende in giro gli italiani”

Gli affondi del centrosinistra non sono infatti passati inosservati. Matteo Renzi, pur contrario alla presentazione dei cinque quesiti, aveva duramente affondato contro il capo del governo. “Meloni non parla perché non apre bocca se non per criticare Schlein e il Pd“, aveva sostenuto, per poi aggiungere convinto: “Su questo è incompetente“. Non trascurabili anche gli attacchi di Landini, che ha posto l’attenzione sul significato reale delle parole di Meloni: “Sarebbe come dire che si va a messa e poi non si va in chiesa, o che si entra al supermercato e poi non si fa la spesa“, ha spiegato, chiarendo che quello di Meloni sarebbe un vero e proprio “atto irresponsabile“.

All’interno del corso di sdegno delle opposizioni, poi, spiccano le parole di Elly Schlein, che ha criticato duramente il Presidente nel Consiglio: “Sta prendendo in giro gli italiani, ha scelto di scappare e nascondersi“. Secondo la leader del Partito democratico, Meloni avrebbe confermato di voler affossare i referendum, annunciando platealmente la sua astensione. Ora, resta da capire in quanti effettivamente vorranno seguire le orme del Presidente del Consiglio.

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