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Referendum da flop, Renzi non si meraviglia: “Ingaggiare battaglie ideologiche non fa vincere le elezioni”

Ieri alle 23 si è recato alle urne poco più di uno su cinque degli aventi diritto, registrando quindi un quorum più che lontano dal necessario per rendere valida la consultazione. Il leader di Italia Viva non si stupisce e critica il modus operandi dei promotori dei quesiti referendari oltre a puntare il dito contro la premier prendendone le distanze viste sue dichiarazioni nei confronti di coloro che avevano scelto di non votare in passati referendum: "E' una banderuola, una voltagabbana che cambia idea a seconda delle convenienze"

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Ormai è evidente che il quorum non ci sarà, come del resto era facilmente prevedibile vedendo i precedenti“. Questo il pronostico di Matteo Renzi che nella sua Enews osserva come “i quesiti sul lavoro erano infatti ideologici e rivolti al passato come abbiamo detto in tutte le varie tribune televisive“. Quesiti che si incentravano proprio nel voler abrogare parti del suo Jobs Act in vigore dal 2015.

Affluenza ai minimi e diverse polemiche sono, infatti, il fil rouge di questa tornata referendaria. Così si è chiuso il primo giorno di referendum su lavoro e cittadinanza. Stando ai dati ufficiali del Viminale, nelle 61.591 sezioni su territorio nazionale, nel primo giorno aveva votato solo il 22,7% degli aventi diritto, meno della metà del 50% più uno necessario per rendere valida la consultazione. I 5 quesiti quindi non decollano, nonostante ci abbiano provato fino all’ultimo, con tanto di richiesta di voto nel corso del cosiddetto silenzio elettorale. Ma il centrosinistra, non l’ha sfangata.

Renzi al centrosinistra: “Non chiudersi nel proprio recinto ideologico”

Il leader di Italia Viva non risparmia con le stoccate sui promotori del referendum dicendo di sperare “che sia chiaro che per costruire un centrosinistra vincente bisogna parlare di futuro, non di passato“, dove, anche solo per pura logica, sembra più che palese che “ingaggiare battaglie identitarie” consenta di vincere i congressi “ma non fa vincere le elezioni“. Il senatore fiorentino ritorna sullo spinoso dossier del centrosinistra di voler creare un’alternativa alla maggioranza e di conseguenza a quanto difeso dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Per farlo, “bisogna essere capaci di allargare al ceto medio, non chiudersi nel proprio recinto ideologico“, ammonisce Renzi dicendosi convito che si riuscirà nell’impresa.

La scelta di non votare, Renzi: “Meloni una voltagabbana professionista”

Riguardo la scelta di non presentarsi alle urne, il leader di Iv la difende e la declina semplicemente in una delle possibilità nel mazzo di carte in possesso agli aventi diritto di voto. “Del resto – ricorda Renzi – noi stessi avevamo suggerito questa strada” quando si sollevò la questione delle trivelle, con un referendum nel 2016 che ebbe ad oggetto l’abrogazione della disposizione con cui la durata delle concessioni per l’estrazione di idrocarburi in zone di mare era stata estesa sino all’esaurimento della vita utile dei rispettivi giacimenti.

Noi non cambiamo idea sulla base della convenienza“, affonda il senatore inviando un’invettiva senza mezzi termini al suo rivale politico preferito, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che avrebbe invece sarebbe predisposta a farlo. “Come sapete ieri la premier non ha partecipato al voto, come era suo pieno diritto fare, ma quando lo facemmo noi, scelse di attaccare“, torna a dire Renzi rilanciando la questione con alcune dichiarazioni dell’epoca di Meloni.

Ma, Renzi non si stupisce e anzi reagisce in controtendenza a quanto avrebbe potuto fare l’opposizione: “Noi non diremo a Giorgia Meloni quello che lei diceva a noi. Sarebbe facile. Basterebbe sostituire il cognome Renzi con il cognome Meloni e la contraddizione suonerebbe evidente“. Motivo per cui, il senatore si limita ad osservare che Giorgia Meloni è “una banderuola che cambia idea sulla base delle proprie convenienze“.

E rincara la dose. Dicendo di essersi recato alle urne per votare e di non giudicare coloro i quali non lo hanno fatto, Renzi apostrofa la premier levandosi qualche sassolino dalla scarpa:Non prendo lezioni di politica da una voltagabbana professionista“.

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