In piazza l’8 ottobre per farsi sentire: “Chiediamo di essere coinvolti prima che vengano prese le decisioni”
La confederazione Generale italiana del Lavoro (Cgil), scenderà in piazza sabato 8 ottobre con uno scopo ben preciso: farsi sentire. “Chiediamo di essere coinvolti prima che vengano prese le decisioni – e – vogliamo avanzare le nostre proposte”, lo afferma il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, durante un’intervista a “Il Fatto Quotidiano”.
Landini, non è contrario al Reddito di cittadinanza, anzi, secondo il suo parere cancellarlo sarebbe commettere un errore, afferma infatti: “L’idea che in un Paese con questo livello di povertà e di disagio sociale si cancelli il reddito è una follia, tanto più che la rendita finanziaria è tassata meno del lavoro e delle pensioni – e propone – possiamo migliorarlo e fare un ragionamento più serio sulle politiche per il lavoro”.
Sulle proposte che il sindacato intende portare al nuovo governo, spiega Landini: “La prima riguarda il reddito, il salario, le pensioni. Occorre agire con la decontribuzione elevando quella già avviata transitoriamente dal governo Draghi e con la rivalutazione delle pensioni – continua – nell’emergenza energetica occorre elevare il bonus sopra la soglia attuale di 12 mila euro Isee”.
Crisi energetica: le proposte
Per quanto riguarda la crisi energetica bisogna agire: “Occorre battersi in Europa per rivedere il meccanismo dei prezzi – spiega Landini ma non basta – occorre intervenire sulle bollette attraverso due strade: tassare gli extraprofitti, ipotizzando anche un Fondo con garanzie pubbliche che possa dare un contributo e garantire una super-rateizzazione delle bollette e magari arrivare a un vero e proprio contributo di solidarietà”, propone.
Poi, per evitare il rischio di recessione anche le imprese sono chiamate a svolgere una funzione di responsabilità sociale, spiega il segretario generale del sindacato: “In questi anni le risorse alle imprese sono state date, ora i soldi pubblici vanno condizionati alla difesa dell’occupazione e a nuove politiche industriali – e puntualizza – i loro profitti, che non riguardano solo il settore dell’energia, vanno messi a disposizione della crescita del Paese. Tutti devono fare la loro parte”.