A presentare la pdl sono stati 12 deputati di Fratelli d’Italia ora in Commissione Giustizia della Camera, con Imma Vietri come prima firmataria. Ilaria Cucchi si appella al Capo dello Stato
A un solo giorno dall’ultima inchiesta che vede indagati poliziotti per il reato di tortura e sospesi dal giudice per le indagini preliminari di Biella, ma soprattutto dopo lo scontro sulle detenute madri, che ha portato il Pd a far decadere la proposta di legge che le agevolava perché “stravolta dagli emendamenti della maggioranza”, ad alzare la tensione ora arriva la pdl di Fratelli d’Italia per abolire il reato di tortura, che fu introdotto nell’ordinamento italiano il 5 luglio del 2017 dopo un tormentato iter parlamentare e molte polemiche perché ritenuto in qualche modo “debole”, “monco” e “difficilmente applicabile”.
A presentare la pdl sono stati 12 deputati di Fratelli d’Italia ora in Commissione Giustizia della Camera, con Imma Vietri come prima firmataria. E con tale provvedimento si intendono di fatto abrogare gli articoli 613-bis e 613-ter del codice penale che introducevano il reato e si lascia in piedi solo una sorta di aggravante all’articolo 61 del codice penale per l’abuso di potere. Se non venissero abrogati “potrebbe finire nelle maglie del reato” anche il “rigoroso uso della forza da parte della polizia durante un arresto – scrivono i proponenti – o in operazioni di ordine pubblico” o “la collocazione di un detenuto in una cella sovraffollata”. La polizia penitenziaria “rischierebbe quotidianamente denunce per tale reato a causa delle condizioni di invivibilità delle carceri” con “conseguenze penali molto gravi e totalmente sproporzionate”.
Opposizione in rivolta. Ilaria Cucchi si appella al Capo dello Stato
“Meloni dica se vuole colpire una norma che difende i diritti umani”, dice la capogrupo Pd al Senato Simona Malpezzi. “FdI rinunci” è l’appello del capogruppo Dem in Commissione Giustizia Federico Gianassi. “FdI pensi piuttosto a cancellare l’abuso d’ufficio”, osserva il responsabile Giustizia di Azione, Enrico Costa. “Dov’è finito il Nordio garantista?” domanda la capogruppo Pd Debora Serracchiani. “FdI mette in dubbio una norma di civiltà”, afferma infine la senatrice M5S Anna Bilotti.
Sulla proposta di legge è intervenuta la senatrice di Sinistra Italiana-Alleanza Verde Ilaria Cucchi che si appella al capo dello Stato: “È notizia di queste ore la sospensione di 23 agenti del carcere di Biella accusati dalla magistratura di tortura di Stato nei confronti di tre detenuti e nelle stesse ore veniamo a conoscenza dell’assegnazione in Commissione Giustizia della Camera di una proposta di legge di Fdi che vuole abrogare la tortura. Questo è un fatto gravissimo. Sostenere che la tortura in Italia non esista è una bugia. Far finta di niente e voltarsi dall’altra parte è già questa una violazione dei diritti umani e lo so perché l’ho provata sulla mia pelle. Più di un giudice, prima dell’introduzione di questa legge si è trovato a non poter procedere perché la legge non esisteva. Abbiamo lottato per la sua introduzione e ora rivolgo un appello a tutte le forze politiche soprattutto al presidente della Repubblica: giù le mani dalla legge che punisce la tortura. Chi ha paura del reato di tortura legittima la tortura”.

Per Foti (FdI), la finalità è “tipizzare la norma”
A tentare di spiegare la finalità del testo è il presidente dei deputati di Fratelli d’Italia Tommaso Foti che precisa come non si tratti tanto di abrogare il reato (anche se nel testo si scrive che “gli articoli 613-bis e 613-ter del codice penale sono abrogati”), quanto di tipizzare la norma “in modo molto nitido così com’è nelle convenzioni internazionali”. E che c’è necessità di tutelare le forze dell’ordine che vanno “messe in condizione di fare il proprio lavoro”.

La presa di posizione di Cirielli (FdI)
Ma a riscaldare gli animi c’è anche la presa di posizione del viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli (FdI), su un altro tema ad alto tasso di polemica: togliere cioè “la patria potestà alle madri condannate e detenute in carcere”. Commentando la pdl della Lega sulle detenute madri, Cirielli osserva: “Bene” la detenzione agevolata, “ma solo per la custodia cautelare”, se “vanno in carcere significa che hanno commesso un reato molto grave e pertanto non devono avere la patria potestà”.