Rai, maggioranza dà il via alla riflessione sulla riforma della legge sulla governance

Ma al momento, in attesa che si decidano le nuove direttive, si devono applicare "le norme vigenti senza indugi, a tutela delle prerogative del Parlamento, del pluralismo e della funzionalità del servizio pubblico”

Redazione
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L‘estate della maggioranza è stata caratterizzata da diversi temi difficili da affrontare, tra i quali la decisione sul rinnovo della governance della Rai. E sembra qualcosa che il governo debba continuare a portare avanti anche in questi giorni, nonostante ci siano dei risvolti.

Infatti oggi, la premier e i vicepremier hanno diffuso una nota in cui pare che il governo abbia trovato la quadra per eleggere i nuovi vertici Rai. Nella nota indirettamente si accetta la presidenza a interim al consigliere anziano e si dà inizio alla riflessione riguardo la riforma della legge sulla governance, tanto auspicata dall’opposizione.

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Rai, la nota dei leader di maggioranza

Oggi, in tarda mattinata, i leader di maggioranza hanno diffuso una nota in cui si spiega di voler avviare il confronto in Parlamento per una nuova legge che tenga conto del Media Freedom Act, approvato dal Parlamento europeo, condizione imposta dalle opposizioni per prendere in considerazione il rinnovo dei vertici Rai. Dopo che il 26 settembre saranno votati in Parlamento e Consiglio dei ministri i consiglieri del Cda di nomina politica, inizierà quindi anche la riflessione sulla riforma della governance.

Al momento, però, non si conosce ancora la figura del nuovo o della nuova presidente Rai. Si sa però che lo scenario per il voto in commissione Vigilanza cambierà e che la presidenza andrebbe confermata dai due terzi dei commissari. In attesa di risvolti, in un primo momento si pensava di rivolgersi al membro del Cda più avanti negli anni: tra i più quotati Antonio Marano e Antonio Di Bella.

Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi hanno dichiarato nella nota congiunta: “Riteniamo opportuno avviare in Parlamento il confronto per definire una nuova legge di sistema, che tenga conto di tutte le trasformazioni tecnologiche intervenute, per arginare e regolare il dominio di giganti del web e piattaforme, per fermare il saccheggio digitale e tutelare il diritto d’autore nel mondo dell’editoria e dell’audiovisivo, a garanzia di ogni espressione della cultura, del sapere e dell’informazione. Il tutto alla luce delle regole europee in vigore e in via di futura attuazione e della giurisprudenza costituzionale. Il Parlamento è ovviamente la sede del confronto e delle decisioni.”. 

Ma si specifica che “in attesa di regole che tengano conto, per il sistema nel suo complesso e per il servizio pubblico, delle previsioni che dovranno entrare in vigore entro il 2025, riteniamo che debbano essere applicate le norme vigenti senza indugi, a tutela delle prerogative del Parlamento, del pluralismo e della funzionalità del servizio pubblico”. Quindi al momento si applicheranno le regole esistenti, aspettando che entrino in vigore nuove regole che possano allinearsi con quelle dettate dall’Ue.

“L’evoluzione del mondo dell’informazione impone una impegnativa sfida a tutte le istituzioni politiche” è quindi necessario “un nuovo assetto normativo, in molti casi con regole di respiro internazionale“.

Le risposte alla nota

La presidente della commissione di vigilanza Rai Barbara Floridia -M5s- si è detta felice che finalmente la maggioranza si sia decisa a riflettere sulla riforma del servizio pubblico, seguendo le nuove direttive europee. “È il momento di passare ai fatti attraverso Stati Generali del servizio pubblico che gettino le basi per una riforma condivisa che possa procedere spedita in Parlamento” ha dichiarato.

È stata veloce inoltre a organizzare per domani una riunione coi capigruppo in commissione di vigilanza di tutti i partiti, per poter decidere uno schema di lavoro. “Abbiamo tutti il dovere di dare al Paese una legge in linea con i principi del Media Freedom Act europeo e capace di slegare definitivamente la Rai dal rapporto asfissiante con il governo di turno. È una grande responsabilità che grava su tutte le forze politiche. Mi aspetto da Giorgia Meloni e da tutti i partiti l’impegno formale a condividere una data certa entro cui tenere questo appuntamento” ha concluso.

In una nota il capogruppo democratico nella Commissione di vigilanza Rai, Stefano Graziano, e il responsabile informazione del Pd, Sandro Ruotolo, riconoscono il passo avanti fatto dalla maggioranza e spingono il governo a passare dalle parole ai fatti: “Il riconoscimento della necessità di recepire l’European media freedom act è sicuramente un passo avanti per la maggioranza e dimostra la correttezza delle posizioni portate avanti dalle opposizioni. Ora però si passi dalle parole ai fatti e si avvii subito la discussione in Parlamento della riforma della Rai”.

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