Lo share di alcuni programmi del nuovo palinsesto Rai sono tutt’altro da invidiare: da Il Mercante in fiera ad Avanti popolo, gli ascolti del servizio pubblico crollano inesorabili. I risultati parlano chiaro, così come Pier Silvio Berlusconi, erede del Cavaliere alla Mediaset, che ha portato gli studi di Cologno Monzese ad un livello superiore.
Rai: il martedì nero degli ascolti
La Rai sta perdendo colpi e la conferma arriva direttamente dai risultati dello share. Ieri ad esempio, il programma di Pino Insegno si ferma all’1.93%, mentre Avanti popolo di Nunzia De Girolamo registra l’1.80%. Complice, sicuramente, la partita Milan-Paris Saint-Germain su Canale 5 con il 25%, ma non compensa lo stacco dagli altri due programmi targati Mediaset: Di Martedí di Giovanni Floris al 6.76% e di È ancora Cartabianca con Bianca Berlinguer al 4.51%.
Parte del nuovo palinsesto del governo Meloni lascia a desiderare. Secondo alcune indiscrezioni infatti, da gennaio le cose in Viale Mazzini potrebbero cambiare e nel mirino ci sono il programma di Bianca Guaccero, quello di Max Giusti, poi Nunzia De Girolamo e Pino Insegno.
Le parole di Pier Silvio Berlusconi
Il servizio pubblico stenta nei suoi programmi, la Mediaset si rafforza. I numeri parlano chiaro e nelle sole ultime 24 ore gli studi di Cologno Monzese guadagnano il 38,3% di share mentre la tv di Stato si ferma 35,6%. A confermarlo è lo stesso Pier Silvio Berlusconi in un’intervista al Corriere della Sera: “Non mi permetto di dare giudizi. Noi stiamo crescendo di da ascolto da diverse stagioni, abbiamo cambiato passo dal 2020 dopo l’emergenza Covid. E contemporaneamente la Rai si è un po’ involuta, nel senso che si è dimenticata che prima di tutto “la Rai è la Rai”, il che significa istituzione e Servizio pubblico” afferma.
L’amministratore delegato è soddisfatto. D’altronde non può che esserlo dopo aver acquistato due figure di spicco per la televisione italiana come Bianca Berlinguer e Myrta Merlino. “Io non penso che le difficoltà della Rai di oggi siano colpa dei nuovi vertici Rai, arrivati da pochi mesi; gli errori piuttosto vengono da lontano. In concreto, puntare su fiction e informazione, sull’innovazione di una «nuova» seconda serata grazie al rispetto degli orari di partenza della prima serata. Da tempo tutti i prodotti più importanti e costosi si accendono quasi alle 10 di sera e l’allungamento dell’access prime time rischia di essere un autogol per tutti” aggiunge Berlusconi.