Il Movimento 5 Stelle è partito seguendo una determinata linea politica, ora invece, l’agenda del partito si è persa. Questo è il sunto delle parole di Virginia Raggi, ex sindaca di Roma ed esponente del M5S, nel corso della puntata di ‘A casa di Maria Latella che andrà in onda stasera alle 23.
La pentastellata ricorda con nostalgia il momento del suo ingresso al partito, nel 2010-2011, quando le idee erano più chiare e coincise, capaci di attraversare determinate ideologie e lavorando ogni giorno concretamente al benessere degli italiani. La Raggi ora non si dice soddisfatta della piega che sta prendendo il Movimento 5 Stelle e si schiera dalla parte del fondatore Beppe Grillo nella polemica verso l’attuale leader del partito, Giuseppe Conte.
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Raggi: “Con Grillo ci sentiamo”
“Mi sento con Grillo regolarmente. Il Movimento dispone di uno statuto che disciplina cosa si può fare e cosa non si può fare all’interno del partito. Questo statuto dà a Beppe Grillo dei poteri che si rendono necessari“, afferma la Raggi. Per l’esponente pentastellata l’affaire Grillo-Conte la lascia un po’ turbata. La Raggi affronta poi la questione del campo largo in accordo con la segretaria del partito democratico, Elly Schlein. Per l’ex sindaca di Roma non è un buon esperimento: “Il M5S è nato con una mission del tutto differente che divergerebbe con i punti salienti del partito“, sottolinea.
La Raggi chiarisce poi che il Movimento 5 Stelle si è sempre voluto distinguere con i partiti tradizionali e trovarsi accanto al Partito democratico lederebbe alla credibilità dei pentastellati. Le ultime elezioni europee sono state uno spartiacque necessario per comprendere alcune dinamiche interne: sono moltissimi gli elettori che si sono allontanati da Conte e il suo operato.
Raggi su Meloni: “Donna tenace”
La Raggi parla anche della premier Giorgia Meloni. Nonostante le differenze politiche, l’ex sindaca di Roma descrive la presidente del Consiglio come una donna che si distingue per la sua tenacia e determinazione: “Sa quello che vuole e ci è riuscita ad ottenerlo“, afferma. La Meloni è partita dal 4% fino a raggiungere percentuali straordinarie sfiorando il 30%.
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