Putin furioso per i Tomahawk a Kiev, Tajani smorza: “Ma quale escalation, è solo politica”

Peskov parla di “seria escalation” e minaccia conseguenze, ma il ministro italiano invita alla calma: “Non c’è nessun pericolo immediato, la Russia gioca la sua partita diplomatica”

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Un’ostilità ormai consolidata, quella tra Washington e Mosca, che torna a infiammarsi per la possibile consegna di missili da crociera Tomahawk all’Ucraina, annunciata da Trump. La Russia ha definito l’eventuale forniturauna seria escalation”, avvertendo che si tratta di “armi in grado di trasportare anche testate nucleari”. A parlare è il portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov, che ha invitato la Casa Bianca ad “attendere dichiarazioni più chiare” da parte di Donald Trump. Il presidente americano, infatti, ha dichiarato ieri di aver “preso una decisione” sull’invio dei missili, precisando però di voler prima sapere “come verrebbero impiegati” dalle forze di Kiev.

Peskov lo h ribadito ancora. La posizione di Mosca è stata “esposta in maniera molto chiara” dallo stesso Putin durante il Valdai Discussion Club: la consegna dei Tomahawk, ha detto, “rappresenterebbe una seria escalation, ma non cambierebbe la situazione sul fronte per il regime di Kiev”.

Stiamo parlando – ha aggiunto – di missili che, escludendo varie sfumature, possono essere dotati anche di testate nucleari. Si tratta dunque di una vera e propria escalation”.

Le dichiarazioni della Russia arrivano all’indomani della svolta annunciata dal Presidente americano, che secondo fonti americane avrebbe dato il via libera all’invio di una prima tranche di missili a lunga gittata a Kiev. Una decisione che ha già fatto tremare i tavoli diplomatici di Bruxelles e Mosca, spingendo la Nato e l’Ue a riunioni straordinarie di sicurezza.

Tajani: “Altro che escalation, Mosca fa politica”

Con il suo consueto tono pacato, Antonio Tajani smorza i toni del Cremlino. Il ministro degli Esteri, interpellato a margine di un convegno alla Camera, ha definito le dichiarazioni di Mosca “un messaggio politico”, chiarendo che “non c’è nessuna escalation reale”.

Mosca fa la sua politica per rafforzare la propria posizione – ha spiegato – ma la Russia non può pensare di agire come vuole e pretendere che gli altri si adeguino. Gli americani prendono le loro decisioni, e in questo caso credo che siano scelte corrette.”

Le prossime ore diranno se da Washington arriveranno le “dichiarazioni più chiare” che il Cremlino attende. Nel frattempo, la tensione resta alta sul fronte diplomatico.

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