E mentre Putin e Zelensky fanno e contano morti, i cittadini ucraini e i soldati russi pagano il conto di un pasto che non hanno consumato e che non consumeranno mai. Il primo morto è un morto ammazzato che fa riflettere, poi si contano.
Il cronista di guerra racconta il primo morto, un morto ammazzato. Quel primo morto fa paura, poi i morti semplicemente si contano e questo è un processo a cui tutti siamo sottoposti. Le parole del compianto Tiziano Terzani, scrittore e cronista di guerra, danno il senso di come ci si abitua alla follia e alla barbarie. Parole che mettono in secondo piano persino la guerra in Ucraina di Putin e Zelensky. L’Occidente degli sprechi e del mi giro secondo convenienza dovrebbe trovare il coraggio di ripensare la Modernità, le promesse mancate e le deviazioni di un percorso che ci ha regalato la follia del Nazismo e la barbarie della Shoah. In fondo noi viviamo un tempo, una civiltà, una modernità che è la stessa che ha toccato il punto più basso con la Endlösung, la soluzione finale che aveva l’obiettivo di eliminare fisicamente gli ebrei dall’Europa. La modernità dello sviluppo tecnologico e della razionalità che è la stessa che aveva impiantato l’industria della morte nei campi di concentramento e di sterminio.
Putin e Zelensky fuori di testa si danno del nazista
Putin e Zelensky nella guerra Ucraina giocano la carta mediatica del sei un nazista. E sbagliano entrambi, perché evocano una immagine mentale falsa e bugiarda. A meno che gli abitudinari della guerra non credano veramente alla favola che i responsabili di Auschwitz siano dei criminali pronti a compiere misfatti. Si tratta invece del brodo culturale del quale si alimenta la modernità. Tanto l’essere umano per abitudine è portato a dimenticare violenze, massacri ed eccidi. Oggi come allora le folle russe ed ucraine sono plaudenti, orgogliose della bandiera e del taccuino della loro guerra, come allora abitudinarie. Per abitudine, come accade con il tifo allo stadio, i contendenti si dividono, si contrappongono e scavano fossati sempre più profondi. Un tedesco per lungo tempo è stato considerato un nazista e ci sono volute tre generazioni e leader politici forti per modificare questa mappa mentale. La gente russa e quella ucraina avranno difficoltà a lasciarsi alle spalle il campo dell’odio. Quel reciproco sei un nazista che si sono urlati Putin e Zelensky ha la forza di un marchio e per abitudine l’altro sarà diverso da te per un lungo periodo di tempo.
La società si lascia coercire dal potere e alla fine si contano i morti
Per abitudine ci si schiera e secondo la logica del derby si sta da una parte. Vale per i giornali, vale per le televisioni, vale per la rete. La questione guerra è complessa, ma ci si schiera. Si sceglie di stare da una parte, tanto alla fine i morti si contano e l’essenziale per i governi sarà aver scelto di stare dalla parte di chi la guerra la vincerà. Mai, come nella guerra, la coercizione del popolo è l’unica e sola speranza che guarda ad un futuro migliore. Per abitudine è così: ci si sottomette ad una società che è coercita dal potere. Il singolo essere umano è così costretto ad un rapporto ambiguo con una società che con l’avvento della tecnologia riduce sempre più lo spazio del vicino e del lontano. E per abitudine finirà, senza che ce se ne accorga, che la bomba piomberà sul tuo tetto e il futuro si incaricherà di dividere l’umanità tra favorevoli e contrari.