Al via in Senato il lavoro degli Affari Istituzionali per analizzare le 350 proposte di modifica. Ma i sindaci intanto premono per la protezione speciale
Parte la discussione in Senato per il Dl Cutro e osservato speciale è il subemendamento presentato dalla maggioranza, e rilanciato con forza da Salvini, per eliminare la protezione speciale. Lunedì infatti la Commissione Affari Costituzionali del Senato si riunirà per la discussione sugli emendamenti presentati dal governo e quelli parlamentari al decreto varato dal governo dopo la strage nel mare calabrese. Sul tavolo ci sono quasi 350 proposte di modifica depositate dalle opposizioni, oltre al subemendamento presento da Fi, Lega e Fratelli d’Italia che stringe le maglie della protezione speciale e sulla convertibilità dei permessi di soggiorno in permessi di lavoro. E i 21 emendamenti che la Lega non ha ritirato, aspettando di vedere gli sviluppi.
Come andrà la seduta
La Commissione verosimilmente, vista la mole di documenti, non riuscirà a completare il suo lavoro, così che il testo arriverà in Aula al Senato senza relatore e gli emendamenti dovranno essere ripresentati e votati a uno a uno. In base all’accordo della maggioranza a quel punto l’unico ad andare avanti dovrebbe essere l’emendamento firmato dai senatori Gasparri, Pirovano e Lisei. Secondo la Lega la protezione speciale, che prevedeva un permesso che poi potesse trasformarsi in lavoro, non ha funzionato. Sono stati concessi dal 2020 più di 46mila permessi e di 46mila solo 2.600 sono stati convertiti in contratto di lavoro, il 5%.
La protesta dei sindaci
Intanto però in un documento congiunto i sindaci di Roma Roberto Gualtieri, di Milano Beppe Sala, di Napoli Gaetano Manfredi, di Torino Stefano Lo Russo, di Bologna Matteo Lepore, di Firenze Dario Nardella, scrivono che “la preoccupazione delle città è massima. Secondo noi è sbagliato immaginare l’esclusione dei richiedenti asilo dal Sai, precludendo loro qualunque percorso di integrazione e una reale possibilità di inclusione ed emancipazione nelle nostre comunità e non condividiamo la cancellazione della protezione speciale, misura presente in quasi tutti i paesi dell’Europa occidentale”. Intanto il governo ha nominato commissario il prefetto Valerio Valenti, capo del dipartimento per le Libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’Interno.