Il professor Romano Prodi, ex presidente del Consiglio ed ex presidente della Commissione europea, è intervenuto ieri sera a Seggiano all’incontro Notizie dall’Amiata, parole della contemporaneità, con i giornalisti Marco Damilano e Veronica De Romanis, organizzato da Alessandra Sardoni e Mariolina Camilleri. Prodi ha parlato del mancato voto di Meloni a Von der Leyen, della situazione in Cina e dell’abolizione dell’unanimità in Ue.
Prodi su Meloni e Von der Leyen
L’ex presidente del Consiglio ha dichiarato di aver creduto fermamente che Meloni desse il voto a Von der Leyen: “Avrei scommesso un milione che Meloni avrebbe votato Ursula von der Leyen, invece il richiamo della foresta è stato più forte”, quindi “non posso pensare che von der Leyen non sia irritatissima”. Dice che non pensa che per questo ci siano conseguenze sul fatto che l’Italia avrà un commissario forte, ma il problema per lui sarà dopo perché Meloni non sarà nel club dei 5 o 6 Capi di stato che decidono “al bar. E questo è di una importanza enorme”.
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Dato che Von der Leyen è venuta in Italia tantissime volte, sembrava un “matrimonio di fatto” e il voto di Fdi era per lei importante, date le incertezze che c’erano prima. Quindi dopo questo mancato voto l’Italia potrebbe pagare un prezzo caro: “I funzionari, che hanno fiuto, quando ci sarà da picchiare sull’Italia credo che lo faranno volentieri. Questo è il grande errore e non c’era nessun bisogno” di commetterlo. Se il voto di FdI “era ridondante, contava un po’, se era determinante la Meloni avrebbe avuto l’incasso del bar”. Tuttavia, “in politica si può sempre fare ammenda”.
Prodi su Cina
Ieri Prodi ha parlato anche della Cina, dopo che di recente ha visitato il paese. “La Cina è in una fase molto delicata: c’è un aumento dell’autoritarismo estremamente forte, si parla a bassa voce nelle università, ci sono problemi per la disoccupazione giovanile, cose che disorientano. Ma tutte le risorse vanno in ricerca e innovazione: la battaglia tecnologica è a un livello inimmaginabile” ha dichiarato.
Se qualche giorno fa per qualche ora il sistema delle diverse prenotazioni era andato in tilt un po’ ovunque, in Cina tutto è andato liscio, come se non stesse succedendo nulla nel resto nel mondo: “Vuol dire che hanno sistemi di riserva che possono evitare questi problemi”.
Prodi ha anche fatto riferimenti alla guerra in Ucraina dicendo che “la Russia aumenta il Pil in un modo fortissimo, con la politica degli armamenti, ma soprattutto ciò che compravamo noi ora lo compra la Cina, con lo sconto. I cinesi sanno fare i loro affari ma stanno salvando economicamente la Russia“. Quindi “la guerra la risolvono Usa e Cina“.
Prodi su abolizione dell’unanimità in Ue
Riguardo l’Ue Prodi è convinto che “se continuiamo con l’unanimità non faremo nulla. Bisogna fare come con l’euro: chi ci sta, ci sta; chi non ci sta, non ci sta”. Superato questo ostacolo “il primo problema è quello fiscale“, difficile da risolvere: “Voglio vedere se l’Irlanda, il Lussemburgo, Cipro rinunciano al fatto che vivono prendendo le tasse di tutti gli altri. L’Irlanda era il paese più povero d’Europa, ora ha il reddito pro capite più alto d’Europa dopo il Lussemburgo”.
Solo dopo per lui si potrà pensare alla difesa: “Credo di essere stato quello che di più ha insistito su politica estera comune ed esercito europeo. Ma se aumentiamo la spesa militare e non facciamo prima un esercito comune, buttiamo via i soldi. Sommando il bilancio della difesa dei 27 paesi europei arriviamo al bilancio militare della Cina, anzi un po’ di più, ma spargendolo così sono soldi buttati via”.
Ci deve essere un riequilibrio interno e il professore si è chiesto: “Pensate davvero che si fa un esercito europeo con la Germania che ha un bilancio che è due volte e mezzo quello francese e la Francia che dispone dell’arma nucleare e del diritto di veto nelle Nazioni unite, dunque uno che comanda e l’altro che paga?”.
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