Faccia a faccia tra i due candidati in vista del voto di domenica. Obiettivi comuni: “Abolire la Bossi-Fini e un partito unito”
Diversi punti comuni, ma anche approcci diversi. Prime scintille tra Stefano Bonaccini e Elly Schlein, i due candidati alle primarie del Partito Democratico in programma domenica. I due contendenti si sono sfidati negli studi di SkyTg24. Diversi gli obiettivi comuni: cambiare la classe dirigente e portare ai gazebo più di un milione di persone. Ma differenti gli approcci per arrivare a conquistare la segreteria.
I due piani differenti
Il presidente della Regione Emilia Romagna ha rivendicato le “esperienze amministrative, che gli sono servite tantissimo”, garantendo, in caso di vittoria, “l’unità del partito: l’obiettivo è riportare la sinistra al governo del Paese, ma solo perché avremo vinto le elezioni”. Schlein ha sottolineato la sua politica dal basso: “È tempo dell’umiltà e dell’ascolto. Le sfide cruciali sono la lotta alle diseguaglianze, alla precarietà, la questione climatica”.
Le stoccate sul Jobs Act
Poi arrivano le scintille, in particolare sul tanto discusso Jobs Act. “Un errore – ha detto il senatore Francesco Boccia – Elly era in piazza con la Cgil quando gran parte del gruppo dirigente lo votò. E oggi gran parte del gruppo dirigente è legittimamente attorno a Bonaccini”. Per il presidente dell’Emilia Romagna è intervenuta Pina Picierno, che corre in tandem con lui per la segreteria del Pd: “L’ultima sortita di Boccia è davvero maldestra: tutti sanno che da Andrea Orlando a Chiara Gribaudo fino a Chiara Braga, Roberto Morassut e al responsabile del programma della mozione Schlein, Antonio Misiani, passando per Nico Stumpo fino al segretario di Articolo Uno, Roberto Speranza, tutti, compattamente, votarono a favore del provvedimento”.
I numeri: come sta andando la sfida
Stando ai numeri, Bonaccini parte forte del vantaggio ottenuto fra gli iscritti al Pd, dove ha superato Schlein di circa 18 punti (52,87% contro il 34,88%, mentre Gianni Cuperlo ha preso il 7,96% e Paola De Micheli il 4,29%). I due primi classificati si sfidano ora al ballottaggio, ma ripartendo dallo zero a zero. Il popolo di Schlein confidano nel ribaltone, puntando sui voti dei circoli nei centri più grandi: “Schlein – ha fatto sapere il comitato – ha vinto nelle prime tre città: Roma, Milano e Napoli. E in molte altre, da Genova a Venezia, La Spezia, Verona, Catania, Siena, Pisa. Il 26 febbraio alle primarie tutte e tutti potranno votare per un partito nuovo e far vincere Schlein”.