“Ci mancava solo la destra contro il free speech“, così il segretario di +Europa, Riccardo Magi, risponde alle critiche del centrodestra, che ha additato alcuni dei carri e degli slogan del Roma Pride di ieri come “sessisti” e scorretti nei confronti del premier. Magi però non ci sta e risponde a tono alle polemiche, sottolineando di non essere pronto a prendere lezioni da una parte della politica che ha utilizzato la libertà di parola e di pensiero per “offendere le persone Lgbt e le altre minoranze e contro il politicamente corretto“.
Il leader di +Europa ha deciso di confrontarsi con la maggioranza, criticando alcuni aspetti del loro pensiero che potrebbero essere considerati “volgari“, lo stesso termine da loro usato per descrivere alcuni momenti della manifestazione che si è svolta ieri. “Per noi ad esempio è molto volgare che l’Italia non sia tra i 17 Paesi Ue che hanno condannato Orban e il suo divieto al Pride di Budapest“, ha sostenuto il leader di +Europa, per poi aggiungere di ritenere “volgare” anche lo spostamento dei 500 mila euro destinati all’educazione sessuo affettiva nelle scuole.
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Sono molti altri, poi, gli esempi portati dal segretario, tra cui il reato di Gpa, il silenzio nei confronti dei crimini d’odio nel nostro Paese e l’amicizia nei confronti di dittatori nel mondo. “Cari amici di Fratelli d’Italia, dopo anni passati a sdoganare ogni forma di odio in nome della libertà d’espressione, adesso vi scandalizzate per un po’ di satira contro i potenti di turno?“, ha poi aggiunto il presidente di +Europa Matteo Hallissey, durissimo nei confronti del centrodestra, che ha inoltre accusato di “incoerenza“.
Da dove nasce la polemica contro +Europa al Pride di Roma
La polemica del centrodestra è legata ad una serie di cartelli che sono stati esposti sul carro dove si trovavano i rappresentanti di +Europa, compreso Riccardo Magi. Su uno di essi era presente la foto di Giorgia Meloni accompagnata dalla scritta: “Amica dei dicktators“. Un gioco di parole che si basa sulla traduzione inglese di “dittatori” e unica alla traduzione della parola che volgarmente indica il pene in inglese.
Uno slogan che secondo FdI e altri partiti del centrodestra sarebbe sessista e si rifarebbe alle solite critiche rivolte alle donne esponenti di destra. “Siamo stanchi e disgustati da questi metodi che da anni alimentano odio, istigano violenza“, ha dichiarato la vicepresidente della Camera dei deputati di FdI, Elisabetta Giardini, per poi aggiungere: “Magi dovrebbe solo vergognarsi. Un omuncolo rancoroso che sfoga la propria frustrazione contro una donna che ha avuto il coraggio, la forza e il consenso che a lui non basterebbero 10 vite per conquistare“.
Una critica durissima è arrivata anche dalla deputata di FdI, Elisabetta Lancellotta, capogruppo in commissione Femminicidio, che ha definito quello di Magi “cattivo gusto“, per poi spiegare di non credere che “un deputato tanto attento ai diritti civili e che si proclama progressista potesse scendere così in basso“. Sul tema si è poi espresso anche Carlo Calenda, leader di Azione, che ha sostenuto che “se invece della faccia della Meloni ci fosse stata quella della Schlein ci sarebbe stata una giusta indignazione generalizzata“.
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