Pride, Pd-M5s-Az volano a Budapest ma Salis non decolla: “Temo ritorsioni”

"Come sapete, è in corso la procedura sulla richiesta di revoca della mia immunità parlamentare, avanzata dal regime ungherese". L'eurodeputata Avs, aveva annunciato la sua partecipazione con un post che la ritraeva con un cartello: "I'll be marching in Budapest Pride". Ma nulla da fare. La scelta della rinuncia sarebbe stata suggerita anche dai suoi colleghi che temevano la sua presenza potesse venire intesa come una provocazione dalle destre

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La maggioranza europeista che governa le istituzioni di Bruxelles contro il governo di Viktor Orban. L’onda Pride che attraversa il centro di Budapest non è più, e forse non lo è mai stata, una semplice manifestazione dell’orgoglio omosessuale. Neanche l’escamotage dal Comune di modificare l’evento da un gay Pride a un evento dell’orgoglio cittadino non riesce ad alleggerire l’atmosfera dal fattore politico della giornata. Come confermato anche dallo stesso sindaco, Gergely Karácsony, il Budapest Pride, s’è ormai trasformato in “un affare europeo“.

Ed è proprio per mano del primo cittadino che è stato possibile organizzare il Pride nel 30esimo anno di celebrazione in Ungheria. Perché avendolo organizzato l’evento come Comune, ha aggirato la necessità di ricevere l’autorizzazione da parte dell’esecutivo ungherese. Al corteo partecipano, come accennato, circa 70 parlamentari europei in segno di sostegno e di rivolta alle leggi varate da Orban.

Ilaria Salis senza carta d’imbarco

E anche dall’Italia i voli diretti verso la capitale ungherese sono stati svariati. Da Pd a M5s, da Azione fino a +Europa, il campo largo si è allargato ancor di più unendosi “nella buona causa” di un corteo Pride in un’altra nazione. Sembra però abbia perso il volo, colei che aveva annunciato sarebbe stata in prima linea: Ilaria Salis.

Io purtroppo non potrò essere a Budapest oggi“, esordisce nel suo post su Facebook spiegando che la scelta sia stata formulata sulla base della sua attuale condizione giudiziaria. “Come sapete, è in corso la procedura sulla richiesta di revoca della mia immunità parlamentare, avanzata dal regime ungherese“, motivo per cui, l’eurodeputata di Avs teme “ritorsioni e strumentalizzazioni“, non solo contro di sé, “ma anche contro chi si trova in una condizione oggi molto più vulnerabile“.

Ma poi a chiedere a Salis un passo indietro sarebbe stata anche la sua collega tedesca Maja, con la quale partecipò agli scontri del 2023 e che la Germania ha deciso di riportare in Ungheria, dove è attualmente incarcerata. E quindi, “il mio pensiero più affettuoso va a Maja. Persona non binaria rinchiusa in un carcere che tenta di calpestarne l’identità, governarne il corpo, annientarne la mente“, denuncia l’europarlamentare specificando come la collega sia “sottoposta a un processo farsa, chiaramente politico e vendicativo, orchestrato contro chi è antifascista e straniero, per infliggere una pena esemplare“.

E dedicandole questa giornata “di ribellione, libertà e amore”, Salis rivolge la sua solidarietà e forza a chi scenderà in strada a Budapest. Nel post pubblicato sui social, spiega l’importanza di partecipare al corteo anche come forma di protesta contro chi vuole un’Europa dove “sia messa in discussione la libertà di espressione e il diritto di amare chi vogliamo, come vogliamo. Sono conquiste ottenute grazie a decenni di lotte della comunità LGBTQI+“.

Salis chiude poi le sue spiegazioni rivolgendo un delicato saluto al premier Orban, definito “un autocrate oscurantista” che “impone nuovamente silenzio, paura, repressione“, contro cui questa “solidarietà internazionalista” potrà far capire perché le “politiche liberticide dell’autocrate magiaro” sono incompatibili con l’Europa. Non manca poi l’affondo al Presidente del Consiglio, Giorgia Melone e al vicepremier leghista, Matteo Salvini: “Più volte (Orban ndr) è stato indicato come un modello da seguire. Meloni, Salvini & co. vorranno, anche loro, vietare i Pride in Italia? Ce lo facciano sapere con chiarezza“.

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