Il primo ministro portoghese António Costa ha annunciato in diretta televisiva nazionale il 7 novembre le sue dimissioni, che sono state accettate dal capo dello Stato portoghese, Marcelo Rebelo de Sousa. Costa sarebbe coinvolto nell’inchiesta sugli investimenti “verdi” del suo governo; la magistratura ha aperto un’indagine penale sul suo conto. Ora la procura che sta indagando ammette di aver commesso un errore: il nome del premier sarebbe stato scambiato in sede di trascrizione delle intercettazioni con quello del ministro dello Sviluppo economico, Antonio Costa Silva.
A lanciare la notizia, rimbalzata sui media portoghesi e confermata dagli inquirenti, è stato il legale di Diogo Lacerda Machado, attualmente in stato di fermo e per il quale il pm ha chiesto il carcere preventivo. Nell’intercettazione Lacerda Machado ha promesso ad Afonso Salema, direttore generale di Start Campus, che avrebbe potuto intercedere sul ministro dello Sviluppo economico, Antonio Costa Silva.
La procura non è restata in silenzio e ha dichiarato di non aver mai confuso un Costa con un altro e che si è trattato solo di un banale errore di chi ha trascritto la conversazione per gli inquirenti.
Costa, l’errore nella intercettazione che manda il Portogallo ad elezioni anticipate
Stando alle dichiarazioni degli investigatori Costa sarebbe intervenuto personalmente per favorire gli interessi della società Start Campus. Nell’intercettazione si sente chiaramente Salema consigliare a Lacerda Machado di parlare con qualcuno del governo che convinca la Commissione europea a modificare i codici di attività economica per i centri dati. Per l’avvocato di Lacerda Machado questo è l’unico riferimento agli atti, che ad oggi, collegherebbe il suo assistito al premier Costa. Secondo le ultime indiscrezioni, invece, sarebbero presenti altre telefonate che collegherebbero il primo ministro portoghese alle indagini.
Costa: “Fiducioso nel funzionamento della giustizia”
Il primo ministro Costa, parlando alle telecamere il 7 novembre si è detto “fiducioso che la giustizia farà il suo corso“ e che “confida nel suo corretto funzionamento“. Ed ha aggiunto che “Mi metto a disposizione per chiarire ogni dubbio sul mio conto e sul mio operato. Le funzioni di primo ministro non sono compatibili con alcun sospetto sulla mia integrità. Per questo ho presentato al Presidente della Repubblica le mie dimissioni”.
Costa, uno dei pochi socialisti a capo di un governo europeo è sospettato di “appropriazione indebita, corruzione attiva e passiva di titolari di cariche politiche e traffico di influenza” nell’ambito dell’assegnazione delle licenze di esplorazione del litio e di produzione di idrogeno. Il nome del primo ministro è saltato fuori durante l’indagine perché alcuni investigati avrebbero dichiarato che è proprio grazie al suo intervento che è stato possibile sbloccare procedure nell’ambito di questa vicenda.
Gli investigatori sulla pista “verde”
In particolare, gli investigatori stanno indagando sulle concessioni di licenze per “l’esplorazione di miniere di litio” nel nord del Portogallo, su “un progetto per la produzione di energia dall’idrogeno” e un altro “per la costruzione di un data center della società Start Campus” a Sines, un centinaio di chilometri a sud di Lisbona. Questa mattina sono state effettuate perquisizioni nella residenza ufficiale del primo ministro, in diverse abitazioni, in sudi legali e presso i ministeri dell’Ambiente e delle Infrastrutture.
Sono in stato di fermo tre figure molto vicine a Costa: il capo di gabinetto Vítor Escária, l’imprenditore, consulente e amico personale del premier, Diogo Lacerda Machado, e il sindaco socialista della città portuale di Sines, Nuno Mascarenhas. Il ministro delle Infrastrutture portoghese, João Galamba, invece, è stato incriminato poiché sospettato di “corruzione attiva e passiva, traffico d’influenza e abuso d’ufficio”.
Il Portogallo andrà al voto a marzo
Attualmente, nonostante il Capo della Repubblica Rebelo de Sousa abbia accettato le dimissioni del primo ministro portoghese e indetto nuove elezioni previste per il 10 marzo 2024, Antonio Costa è ancora in carica. Il suo mandato terminerà solo in seguito all’approvazione della legge di bilancio, ancora in fase di dibattito in Parlamento.