Il via libera al Ponte sullo Stretto, uno dei progetti simbolo dell’era Salvini, è arrivato sulla carta, ma la realizzazione potrebbe non essere così rapida come sperato dal ministro delle Infrastrutture. Sebbene la commissione di Valutazione dell’Impatto Ambientale (VIA) del ministero dell’Ambiente, guidato da Gilberto Pichetto Fratin, abbia dato parere favorevole al progetto definitivo, questo è accompagnato da numerose condizioni che rischiano di allungare i tempi e complicare i piani del governo. La relazione della commissione, lunga ben 685 pagine, impone infatti ben 62 integrazioni e approfondimenti da parte della società Stretto di Messina S.p.A., che potrebbero rallentare significativamente il via ai lavori.
I lavori sul Ponte
Un aspetto centrale nelle osservazioni riguarda la necessità di nuovi studi sul rischio sismico. Nonostante i progettisti abbiano dichiarato che il ponte sarà in grado di resistere a terremoti di magnitudo fino a 7.1 sulla scala Richter, la commissione VIA ha riscontrato delle lacune, in particolare per quanto riguarda le indagini sulle faglie attive e il rischio sismico. In questo senso, la commissione ha richiesto ulteriori approfondimenti geofisici, sismologici e paleosismologici, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza strutturale dell’opera in una zona geologicamente complessa come quella dello Stretto di Messina.
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Un altro punto contestato riguarda i costi e la giustificazione economica dell’opera. La commissione ha richiesto una revisione degli studi sul traffico previsto, considerando che i costi, a carico in parte dello Stato, sono giustificabili solo se c’è una reale necessità di miglioramento delle infrastrutture di trasporto nella zona. Inoltre, sono stati sollevati dubbi anche sui rischi di dissesto idrogeologico, con la richiesta di un monitoraggio continuo dell’evoluzione della costa durante la fase di costruzione.
Anche le problematiche legate alla tutela ambientale hanno attirato l’attenzione della commissione VIA, che ha chiesto ulteriori studi per garantire la protezione della fauna marina e la gestione dell’approvvigionamento idrico per il cantiere, che potrebbe avere ripercussioni sul rifornimento di acqua potabile a Messina. Il documento sottolinea inoltre la necessità di aggiornare il monitoraggio faunistico, con un’analisi che copra almeno un intero anno.
Un altro elemento che ha suscitato polemiche riguarda l’altezza del ponte. Sebbene la società Stretto di Messina abbia indicato l’intenzione di innalzare l’impalcato per consentire il passaggio delle navi più alte, nella documentazione presentata alla commissione VIA si fa riferimento all’altezza del progetto precedente, che prevede solo 65 metri di altezza, una misura che non permetterebbe il passaggio di alcune grandi navi da crociera. Questo potrebbe creare un “giallo” burocratico: qualsiasi modifica al progetto, come l’aumento dell’altezza, richiederebbe un nuovo passaggio in commissione, con conseguenti ritardi di almeno un anno.
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