Ponte, Lega ricuce col Quirinale: il Mit al lavoro su modelli antimafia più rigidi

Il Decreto legge Infrastrutture è stato emanato dopo la correzione della norma da parte del Quirinale. Il Ministro leghista, Matteo Salvini, ritiene che la stretta del Colle sia una "scusa" con cui sarebbe stata "cancellata una norma contro la criminalità"

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La Lega ha rimesso la spada nel fodero dopo averla estratta con la “sfida” lanciata al Colle con un “Non penso che il Quirinale sia contro gli organismi antimafia” di Matteo Salvini. Una reazione che aveva fatto seguito al no del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, circa l’articolo che assegnava la competenza dei controlli antimafia per il Ponte sullo Stretto a una struttura centralizzata presso il Viminale. Ebbene, ora il Ministero delle Infrastrutture si appresta a studiare modelli antimafia più rigidi per il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina.

Come nella sua nota diffusa, il Mit si starebbe muovendo sui piani antimafia “rigidi e rigorosi” già messi in atto nella ricostruzione “post terremoto, olimpiadi e nuovi ospedali calabresi“. Un’esperienza di controlli straordinari antimafia efficacemente sperimentata che, a detta del Ministero, si conferma assolutamente positiva. “Da una parte, – spiega il Mit – si punta a un rafforzamento dei controlli già previsti a livello locale, dall’altra parte si integra il sistema di monitoraggio con professionalità altamente specializzate, potenziandone quindi l’efficienza anche sul piano dei tempi“.

Una serie di esperienze, quelle di Olimpiadi e costruzione di ricostruzione di
quattro ospedali per un valore complessivo di 1,7 miliardi di euro, di cui il Ministero intende “fare tesoro” proprio in vista dell’imminente inizio dei lavori “dell’opera più rilevante d’Europa“, il Ponte sullo Stretto, “che coinvolgerà migliaia di imprese in tutta Italia e più di 100.000 unità lavorative“.

In sostanza, tali modelli analizzati sulle linee guida di Milano-Cortina, confermerebbero come siano orientati a rafforzare le tutele, prevedendo ad esempio l’iscrizione obbligatoria nell’anagrafe antimafia di tutti gli operatori economici, per cui nessun contratto può essere sottoscritto se non si accerta prima l’avvenuta iscrizione. Inoltre, non è verrebbe ammessa neanche la sottoscrizione dei contratti per “somma urgenza” che il codice antimafia invece consente.

I dettagli del Dl Infrastrutture per il Ponte

Il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina è stato approvato, ma con qualche eccezione. Il via libera definitivo della Commissione per la Valutazione dell’Impatto Ambientale aveva ancora dei punti sospesi ma è poi giunto l’ok finale al progetto esecutivo, che potrà così passare all’esame del Cipess, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile che riunisce tutti i ministri economici coinvolti.

Proprio nelle ore in cui l’ok veniva abbracciato dal Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, che sulla realizzazione dell’opera ha messo il proprio impegno, il Colle ha troncato l’entusiasmo. “Si tratta di una notizia di straordinaria importanza, un altro fondamentale passo in avanti“, aveva commentato il Vicepremier leghista che solo qualche giorno fa aveva assicurato l’avvio dei cantieri entro l’estate e messo a punto il piano anti-mafia con il collega degli Interni, Matteo Piantedosi, con l’obiettivo di sviluppare misure specifiche fin dall’inizio, a partire dagli espropri.

Il Decreto Infrastrutture è stato quindi emanato giovedì dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ma dal testo passato al vaglio del Quirinale e inviato alle Camere per il Ddl di conversione è stato soppresso un passaggio, a cui il leader del Carroccio teneva particolarmente. Su richiesta del Colle sarebbe stato cancellato l’articolo che assegnava la competenza dei controlli antimafia per il Ponte sullo Stretto a una struttura centralizzata presso il Viminale.

Lega: “Soluzioni per lotta alla mafia saranno adottate con collaborazione Quirinale”

Di fronte al no del Quirinale, la Lega ha deciso comunque di proseguire per la sua strada annunciando un emendamento al decreto Infrastrutture, necessario a recuperare la misura eliminata dal Colle. Il ministro dei Trasporti ha infatti dichiarato di sperare che “nessuno si opponga a inserire più controlli possibili contro infiltrazioni mafiose“, per poi aggiungere: “Non penso che il Quirinale sia contro gli organismi antimafia“.

Dichiarazioni che hanno scatenato un certo subbuglio nelle opposizioni, che hanno letto nelle parole di Salvini una vera e propria sfida al Colle. Il centrodestra ha cercato di far rientrare il caso, chiarendo che “l’intera maggioranza è al lavoro per rafforzare le misure antimafia in vista della realizzazione del Ponte sullo Stretto che rappresenta l’opera infrastrutturale più rilevante che sta per essere costruita in tutta Europa“.

Inoltre, fonti del Carroccio hanno voluto specificare che ogni tipo di soluzione che potrebbe essere adottata dalla Lega sarà sempre studiata in collaborazione con il Quirinale, proprio per evitare strappi. Un passo indietro necessario a minimizzare gli scontri ed evitare che il tema del Ponte crei eccessive polemiche.

La posizione della maggioranza va nella direzione di garantire al massimo la legalità“, ha sostenuto il partito, per poi concludere ricordando: “La lotta alla mafia è un obiettivo irrinunciabile per tutti“.

Ponte sullo Stretto, il no di Mattarella

A detta di Piantedosi e Salvini, la deroga antimafia proposta nel decreto legge significava “centralizzare l’esito dei controlli” a “testimonianza che siamo molto impegnati su ogni azione di prevenzione“. I tecnici del Quirinale hanno però sottolineato che le norme dei controlli antimafia esistono per tutte le opere pubbliche e sono già rigorose. In merito alle richieste dei due ministri invece sono state ritenute come speciali, senza però che ve ne fosse effettivo bisogno.

Ciò su cui si sofferma la ripresa del Colle è che l’idea di stabilire una struttura di missione, delegando a un prefetto tutta la mole di controlli antimafia, è stata usata finora solo per eventi d’emergenza o straordinari, come nel caso di terremoti o Expo e Olimpiadi. Motivo per cui, non risulterebbe opportuno e necessario estendere la stessa disciplina a un’opera di rilevanza strategica come il Ponte di Messina, considerando anche la zona su cui si ergerà.

La decisione non è stata ben accettata dalla Lega che ha l’ha definita una “scusa” con cui sarebbe stata “cancellata una norma contro la criminalità“. Tanto è vero che ieri mattina dal Ministero delle Infrastrutture è stata diffusa una nota che nell’annunciare l’entrata in vigore del Dl infrastrutture, auspicava “fortemente che il Parlamento possa valutare l’importanza di alcune integrazioni, a partire dal rafforzamento dei controlli anti-mafia sul Ponte sullo Stretto a cui hanno già lavorato i Ministri Matteo Salvini e Matteo Piantedosi, con l’apporto dei Ministeri dell’Economia, della Difesa e della Giustizia“.

Il Mit ha poi ribadito come un’opera di questo calibro meriti il massimo dell’attenzione, per “garantire legalità e trasparenza nel coinvolgimento delle migliaia di imprese e degli oltre 100mila lavoratori che parteciperanno alla costruzione“.

Ed è da qui che dalla puntualizzazione del Ministero arriva la risposta del Colle che scandisce come le norme antimafia della Legislazione in vigore siano sufficientemente rigorose per coprire e supportare le opere come il Ponte di Messina.

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