A 55 anni dalla strage di Piazza Fontana, dove a Milano morirono 17 persone e ne rimasero ferite 90, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si stringe attorno al dolore dei famigliari delle vittime e soprattutto ricorda la resilienza del nostro Paese, che di fronte ad una ferita così grave non si è frammentato, ma è riuscito ad unirsi e rafforzarsi circondato da dolore e devastazione.
“Il 12 dicembre 1969 fu una giornata in cui i terroristi intendevano produrre una rottura nella società italiana, con ordigni fatti esplodere anche a Roma, generando caos e generalizzazione della violenza“, ha infatti ricordato il Capo dello Stato, sottolineando come questi eversori vennero sconfitti grazie “all’unità in difesa dei valori costituzionali“, che consentirono all’Italia di proseguire nel suo cammino civile e sociale.
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La strage è stata poi ricordata e condannata anche dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che l’ha definita “un attacco vile e sanguinario al cuore della nostra democrazia“, che diede inizio ad una stagione stragista in Italia, a cui però il Paese, secondo il ministro “seppe reagire con decisione, difendendo cittadini e istituzioni dalla violenza eversiva che li minacciava“.
Piazza Fontana, Mattarella: “Ai giovani spetta proseguire questo percorso di civiltà“
Nella nota pubblicata in occasione del 55esimo anniversario della strage, Mattarella ha voluto ripercorrere anche i momenti principali che hanno fatto seguito alla tragedia. Un processo travagliato, le difficoltà nel comprendere la matrice della strage e la rabbia e l’insistenza dei parenti delle vittime, che non si sono arresi finché non hanno avuto risposte sulla morte dei loro cari.
“L’impronta neofascista della strage del ’69 è emersa con evidenza nel percorso giudiziario“, ha dichiarato il Presidente della Repubblica, sottolineando però come deviazioni e ritardi, dovuti anche a tentativi di depistaggio, non abbiano permesso “ai responsabili di rispondere dei loro misfatti“. In questo senso però, il Capo dello Stato ha voluto ricordare come la costante ricerca della verità da parte dei cari di coloro che rimasero coinvolti ha permesso di “sostenere l’impegno e la dedizione di uomini delle istituzioni“, così da poter giungere alla composizione di un quadro criminale e di responsabilità.
Mattarella ha poi voluto evidenziare come l’impegno del passato, nel voler portare a galla la pura verità, è un vero e proprio messaggio al futuro, alle generazioni giovani “a cui tocca proseguire il percorso di civiltà aperto dai nostri padri nella lotta di Liberazione e nella Costituzione“.
La strage di Piazza Fontana
Il 12 dicembre 1969, un ordigno esplose intorno alle 16:30 nel salone centrale della Banca nazionale dell’Agricoltura a Milano, in Piazza Fontana. L’esplosione fu violentissima e colpì i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli che si trovavano nella zona per il mercato settimanale. Il bilancio fu gravissimo: 17 vittime e circa 90 feriti. Poco lontano, nella Banca commerciale di Piazza della Scala, venne rinvenuto un ordigno inesploso, che quindi non provocò danni o vittime.
Tra le 16:55 e le 17:30 a Roma esplosero tre ordigni: uno nella Banca nazionale del Lavoro di San Basilio e due sull’Altare della Patria a Piazza Venezia. Nessuna delle tre esplosioni provocò vittime, ma solamente feriti e danni alle strutture. Inizia così in Italia la stagione delle stragi, che terrorizzeranno e terranno il Paese in un morsa per lunghi anni, gli stessi ricordati come della “strategia della tensione“.
Nel caso della strage di Piazza Fontana, le indagini si concentrarono prima sulla “pista anarchica“, per poi spostarsi su alcuni esponenti dell’organizzazione di estrema destra Ordine nuovo. Il processo si concluse solo nel 2005, con assoluzioni complessiva ma anche con la certificazione che la strage è attribuibile a quest’ultima organizzazione.
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