Parodi (Anm) preoccupato: “Casi Lo Voi e Almasri non giovano al Paese”

Il neo eletto presidente dell'Associazione nazionale magistrati ha ribadito l'impegno del sindacato nei confronti dello sciopero e della contrarietà alla riforma, sottolineando però che nessuna delle manifestazioni previste deve essere letta come un attacco nei confronti di un settore. L'Anm "non ha intenzione di imporre niente a nessuno", ha quindi evidenziato

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Una situazione conflittuale che non giova al Paese“, così il presidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm), Cesare Parodi, ha commentato le conseguenze dei casi Almasri e Lo Voi che negli ultimi giorni interessano particolarmente il nostro Paese. Il rilascio del generale libico, ricercato con mandato di arresto dalla Corte penale internazionale, e l’apertura di un fascicolo sull’operato della Procura di Roma in relazione alla denuncia di Gaetano Caputi, hanno infatti riacceso lo scontro tra magistratura e politica.

Un conflitto che il neo presidente, eletto solo due giorni fa, vorrebbe risolvere. Le sue prime dichiarazioni, a seguito della nomina, si sono concentrate proprio sulla possibilità di aprire un dialogo con il governo, al fine di presentare le proprie posizioni e le proprie ragioni, senza alcun tipo di “cedimento“. Immediata la risposta del premier Giorgia Meloni che, nel Tweet con cui ha augurato buon lavoro al neo presidente, si è detta disponibile ad un incontro con i vertici dell’Anm.

In una intervista a Radio Anch’io su Rai Uno, Parodi ha quindi sostenuto che la giunta del sindacato dei magistrati sta preparando in questi giorni “un comunicato su questi temi“, su cui però non ha intenzione di “anticipare nulla“. In ogni caso, l’Associazione sta seguendo con molta attenzione la situazione, in quanto desterebbe una certa “preoccupazione“.

Parodi: “Temiamo un futuro assoggettamento del pm”

Le preoccupazioni, però, riguardano nello specifico anche la contestata riforma della giustizia, in particolare per quanto riguarda la volontà del governo di separare le carriere dei magistrati. Cesare Parodi ha cercato di assumere una posizione mediana, dichiarando che l’Anm non vuole né difendere “il sistema attuale“, né però rischiare che in futuro il pm possa subire “un possibile assoggettamento“.

Il presidente ha poi sottolineato di non avere la “presunzione” di dire che il suo ruolo possa in qualche modo “cambiare le cose“. Le proteste e le parole degli esponenti della magistratura si inseriscono quindi in un quadro di libertà di parola e di espressione, al fine di permettere a tutti di esprimere le proprie opinioni sul caso.

Cesare Parodi, presidente dell'Associazione nazionale magistrati (Anm)
Cesare Parodi, presidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm)

Parodi ha comunque ricordato che “le leggi le fa il governo e le vota il Parlamento” e che di conseguenza, in quanto presidente dell’Anm, non ha intenzione diimporre niente a nessuno“. Quindi, ogni tipo di intervento del sindacato dei magistrati, ogni manifestazioni, non va interpretata come un attacco nei confronti di qualcuno.

Proprio per dar forza a questo argomento, il neo presidente dell’Anm ha evidenziato che i magistrati si riconoscono nei valori delle norme attuali e che, nel momento in cui la riforma dovesse essere approvata, saranno i primi ad applicarla“.

Parodi: “Non ci sono ragioni per revocarlo”

Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati ha poi trattato nuovamente il tema dello sciopero dei magistrati previsto per il 27 febbraio, sostenendo che al momento non esistono le ragioni per revocarlo, nonostante il governo abbia aperto ad un confronto con il settore.

C’è una narrazione sulla magistratura che non corrisponde alla realtà delle cose“, ha infatti spiegato Parodi, chiarendo che uno degli obiettivi delle manifestazioni previste è proprio quello di far conoscere alla popolazione cosa sia l’Anm e in che modo lavori. Anche in questo senso, quindi, il presidente ha sottolineato che la Magistratura indipendente, frangia da cui proviene, non ha connotazione politica e che la retorica per cui sia un settore tendente alla destra nasce solamente perché “era l’unico posto rimasto libero“.

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