Il presidente di Confindustria Emanuele Orsini ha esposto in una conferenza stampa a Bruxelles alcuni punti fondamentali su cui l’Italia dovrà battersi in Europa affinché la filiera produttiva del nostro Paese non si sfaldi al di sotto di regolamentazioni troppo stringenti, che non tengono conto delle necessità di ogni singola Nazione. La riforma del Green deal è la norma che principalmente preoccupa il presidente, che oggi ha incontrato la presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola, poiché potrebbe rivelarsi più deleteria che utile ad una moltitudine di Paesi Ue, compreso il nostro.
“L’Ue deve agire con responsabilità sociale” ha tuonato Orsini, sottolineando come l’Italia non sia affatto pronta ad attraversare un cambiamento radicale come l’eliminazione del motore endotermico per gli autoveicoli in favore di quello elettrico. Un pensiero che si allinea con quello del ministro delle Imprese e del Made In Italy Adolfo Urso, il quale ha parlato con i vertici di Bruxelles proprio per chiedere che il prossimo vertice sul destino dell’automotive venga anticipato ad inizio 2025. “Arrivare al 2026 è troppo tardi, abbiamo bisogno di risposte molto prima” ha infatti dichiarato Orsini, sottolineando come l’incertezza che campeggia su questo settore sia mortale per le industrie italiane.
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“Non siamo per presupposto contro l’auto elettrica o contro l’auto ibrida. È una questione di tempo” ha aggiunto il volto di Confindustria, chiarendo che al momento l’Italia non sarebbe in grado di rispondere efficacemente alle richieste dell’Unione europea. Un problema su cui è necessario ragionare a fondo, poiché il confine tra “decarbonizzazione e deindustrializzazione è molto sottile“. Il pericolo, infatti, è che l’intera filiera produttiva dell’automotive, della ceramica e della nautica risenta incredibilmente delle decisioni dell’Unione europea.
Orsini: “Non abbiamo la tecnologia per adottare il motore elettrico“
Emanuele Orsini nel corso della conferenza stampa non ha voluto utilizzare mezzi termini nel momento in cui è stato necessario chiarire perché l’Italia non può permettersi di eliminare totalmente il motore endotermico entro il 2035. “Siamo pronti oggi a una tecnologia totalmente elettrica in tutto il Paese per sostituire 42 milioni di veicoli? Siamo pronti a dare a un prezzo equilibrato ai cittadini italiani per poter cambiare l’auto? No, non abbiamo la tecnologia” ha infatti dichiarato il presidente di Confindustria, sottolineando che questa situazione è figlia di errori commessi nel passato, che ora impongono all’Italia di prendere altro tempo.
Il mercato italiano, quindi, non sarebbe in grado di rispondere alla domanda dei cittadini e non avrebbe la possibilità di produrre veicoli a prezzi competitivi. Per ovviare a questo problema, quindi, Orsini ipotizza la possibilità di “incrementare il dazio verso le automobili cinesi“. Il presidente di Confindustria è consapevole che questa scelta potrebbe penalizzare il nostro Paese, che dovrebbe aprire una guerra sui Dazi contro Cina e Usa, ma allo stesso tempo ricorda l’importanza di “difendere le filiere italiane“.
Affinché la gravità della situazione potesse essere compresa, Orsini ha portato l’esempio del settore delle ceramiche, che negli anni scorsi ha compiuto un notevole sforzo per “migliorare l’aria emessa nell’atmosfera“, fallendo però nel presentare prodotti che avessero prezzi competitivi. “Questi investimenti risultano quasi invano a causa dei regolamenti stringenti dell’Ets che metterà nel 2030 fuori mercato la nostra industria” ha spiegato Orsini, aggiungendo: “Nel 2023 l’India ha venduto in Europa più del 67% dei propri prodotti di ceramica“.
Orsini: “Fitto in Europa avrà un ruolo fondamentale“
Il presidente di Confindustria si è poi soffermato sulla figura di Raffaele Fitto, candidato vicepresidente della commissione Ue, sottolineando come la sua elezione possa essere un momento cruciale per il nostro Paese. “Il suo sarà un ruolo politico fondamentale” ha spiegato Orsini, chiarendo che le deleghe a lui affidate, Riforme e Coesione, riguardano fattori cruciali dell’Italia.
“Per il nostro Paese i fondi di coesione saranno importantissimi, soprattutto pensando al Sud” ha infatti spiegato il presidente, sottolineando che Fitto avrà un ruolo fondamentale anche “nelle logiche di ragionamento politico tra industria, ambiente e coesione“. Il presidente ha quindi evidenziato come il ruolo di tutta la politica italiana sia fondamentale al momento della scelta e come questa dovrà essere opportunamente coesa, perché a Bruxelles “è rappresentata l’Italia, non i partiti“.
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