“Make Europe Great Again“, questo il motto adottato dal primo ministro ungherese Viktor Orban da quando, il primo luglio, ha assunto la presidenza del Consiglio europeo. Un bacio a distanza a Donald Trump, che ha nuovamente infastidito l’Unione europea, già provata dalle forzature ungheresi in campo russo e cinese. Viktor Orban sembra un cane sciolto, che prosegue indipendente per la sua strada, quasi in conflitto con i precetti dell’Unione.
Sarà il suo il primo caso di revoca della presidenza, dalla fondazione dell’Unione? I vertici dell’Ue sembrano riflettere su questa ipotesi ma, prima di sganciare la “bomba nucleare“, preferiscono mandare un avvertimento al leader magiaro. Oggi, quindi, si riuniranno una ventina di Stati membri nel Coreper (Comitato dei rappresentanti permanenti) proprio per discutere di questa situazione. Orban deve seguire le regole unitarie, su questo non si transige, eppure il compito potrebbe rivelarsi più complesso del previsto.
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Intanto, sul fronte della Commissione europea, i gruppi di ultradestra continuano ad aumentare. Il partito tedesco Afd, insieme a quello ceco di Svoboda a Přímá demokracie, sembrano pronti a lanciare un nuovo gruppo, che potrebbe essere presentato oggi stesso. Viktor Orban ha invece già fondato il suo personale partito europeo, i Patrioti, che ha destato un discreto successo nell’Unione, riuscendo a diventare in una settimana il terzo partito per grandezza nell’Ue. Tutto a scapito del gruppo de Conservatori, di cui è presidente Meloni, che sono stati declassati in quarta posizione.
Orban accusato di slealtà nei confronti dell’Ue
Viktor Orban è stato accusato di “slealtà” nei confronti dell’Unione europea, a causa delle sue iniziative semi-private, che hanno avuto luogo però subito dopo la sua elezione a presidente del Consiglio europeo. La visita a Mosca, ospite di Vladimir Putin, ha fatto storcere il naso all’Unione europea, per ora apertamente allineata con le richieste dell’Ucraina, Paese aggredito dalla Russia. Orban sarebbe andato in visita come Capo di Stato e non come rappresentante dell’Unione, eppure da Bruxelles i commenti non sono stati positivi.
La Commissione europea ha quindi chiesto “maggiore chiarezza” per arginare la “confusione che si è creata tra l’agire di Orban come primo ministro di un singolo Paese o a nome della presidenza europea“. Oltre alla visita a Kiev, infatti, il premier magiaro avrebbe deciso di recarsi anche in Cina, da Xi Jinping, altro personaggio politico non proprio amato dalla comunità europea, soprattutto per i suoi legami con Vladimir Putin. Non è stato chiarito quale sia il piano di Orban, ma Bruxelles ha già iniziato a trarre le proprie conclusioni.
“La diplomazia parallela di Orban mentre esercita la presidenza di turno, è un’umiliazione per l’Ue, perché confonde i ruoli e minaccia la determinazione e l’unità fin qui mostrate dall’Europa nel contrasto alle mire espansionistiche di Putin e nel sostegno a Kiev” ha infatti dichiarato un diplomatico europeo, portando alla luce le reali preoccupazioni dell’Ue, per poi aggiungere: “Non si è mai visto che un presidente di turno vada per il mondo dicendo cose, sia pure a titolo personale, in totale opposizione alle decisioni dell’Unione europea“.
L’Ue pronta a lanciare un avvertimento a Orban
“Coloro che vanno contro il progetto e le istituzioni europee, come Viktor Orban, che ha detto pubblicamente di voler smantellare il Parlamento europeo, non possono rappresentare il Parlamento europeo come istituzione“, con queste dure parole il capogruppo del Ppe ha annunciato pubblicamente il pensiero della comunità europea. Il percorso di Orban ha avuto un inizio complesso e potrebbe aver una fine piuttosto veloce, ma l’Ue vuole attendere prima di creare una profonda spaccatura con l’Ungheria, Paese vicino alla Russia e soprattutto a Vladimir Putin.
Il ritiro della presidenza a Viktor Orban, secondo un’indiscrezione del German Marshall Fund, potrebbe giungere tra meno di due settimane, se l’Ue decidesse oggi. L’iter prevedrebbe una maggioranza qualificata nel Consiglio europeo, rafforzata di quattro quinti, ovvero venti Paesi che rappresentino il 65% della popolazione europei, che siano d’accordo sulla revoca dei poteri a Orban. Uno scenario che non sembra così imprevedibile, soprattutto a seguito delle azioni messe in campo dal premier magiaro. In questo caso, la presidenza passerebbe direttamente alla Polonia, che dovrà comunque assumerla il prossimo gennaio.
Intanto l’Ue ha serrato le fila contro il gruppo europeo dei Patrioti, su cui continua a influire il cordone sanitario europeo. Gli eurodeputati del gruppo di ultradestra non avranno ruoli di spicco, nonostante le pressioni della Lega di Matteo Salvini e del Rassemblement National di Marine Le Pen.
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