Le navi potranno transitare e intervenire solo per i soccorsi sotto il controllo e le indicazioni delle autorità territoriali. Rischio di multe e confisca del mezzo
Il consiglio dei ministri ha raggiunto un accordo per il decreto legge dedicato al dossier migranti sulla gestione delle navi Ong. Un codice con multe e confische per chi non rispetta le nuove regole. Le navi potranno transitare e intervenire solo per i soccorsi, sotto il controllo e le indicazioni delle autorità territoriali. In caso contrario, sono previste sanzioni per il comandante, l’armatore e il proprietario, fino a 50.000 mila euro, compresa la confisca del mezzo: che deve anche avere una “idoneità tecnica” per la sicurezza nella navigazione.
La linea dura contro le Ong
Il nuovo regolamento stabilisce: “Il transito e la sosta in territorio nazionale sono comunque garantiti ai soli fini di assicurare il soccorso e l’assistenza a terra delle persone prese a bordo a tutela della loro incolumità”. Le operazioni di soccorso infatti, devono essere comunicate immediatamente al centro di coordinamento per il soccorso marittimo dell’area di responsabilità in cui svolge l’evento e allo Stato di bandiera. In caso di violazione delle regole verrà applicata una sanzione al comandante della nave da euro 10.000 a euro 50.000. Inoltre, l’esecutivo ha deciso: “Alla contestazione “della violazione consegue l’applicazione della sanzione amministrativa accessoria del fermo amministrativo per due mesi della nave utilizzata per commettere la violazione”.
Tensioni tra la maggioranza
Su questo fronte, tra i partiti di maggioranza non sono mancati i momenti di tensione. Secondo indiscrezioni, la Lega avrebbe preferito che già in questo provvedimento ci fossero le misure contro le baby gang e la violenza sulle donne. L’idea iniziale era infatti di avere un testo più ampio rispetto il tema della sicurezza.
Alla fine si è raggiunto un accordo che non scontenta nessuno: il resto delle misure saranno parte del secondo decreto di gennaio. Questo rinvio si deve a Forza Italia che avrebbe preferito mettere mano all’intera materia migratoria in sede europea, e non a livello nazionale.