Offese a Valditara, sanzioni per Raimo, gli studenti: “3 mesi di sospensione per un’opinione”

Per la Cgil il provvedimento contro il docente Raimo è "una censura politica mascherata da sanzione disciplinare e prefigura una limitazione della libertà di espressione"

Redazione
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Sospensione per tre mesi dall’insegnamento e decurtazione del 50% dello stipendio: è questa la punizione inflitta al docente Christian Raimo per aver pronunciato delle affermazioni controverse contro il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Il provvedimento disciplinare dell’Ufficio Scolastico Regionale ha provocato proteste sia da parte dei suoi studenti sia da una parte della politica, che stanno insorgendo in sua difesa.

La punizione inflitta a Raimo

I fatti risalgono allo scorso 11 settembre, quando l’insegnante, durante un dibattito pubblico sulla scuola alla festa nazionale di Avs, aveva definito il ministro Valditara come un “cialtrone, lurido, repressivo e pericoloso” e un “bersaglio debole da colpire” come “la Morte Nera di Star Wars”.

Per il Direttore Generale dell’USR Lazio Anna Paola Sabatini, le dichiarazioni di Raimo “non possono essere considerate una critica costruttiva”, ma sono “un’offesa che viola i principi fondamentali di rispetto reciproco e dialogo civile”. Per Sabatini “l’offensività delle dichiarazioni” si aggrava perché rivolte a un rappresentante delle istituzioni e perché pronunciate da un insegnante. “I docenti ricoprono un ruolo fondamentale nella formazione delle giovani generazioni e dovrebbero rappresentare un esempio di comportamento etico e civile per gli studenti” ha dichiarato, sottolineando che il loro scopo è quello di insegnare rispetto e tolleranza.

Non è la prima volta che il docente è chiamato a rispondere alle sue azioni controverse: infatti in passato è stato oggetto di un altro provvedimento disciplinare perché durante un dibattito televisivo, riferendosi al caso di Ilaria Salis, aveva detto che i neonazisti “vanno picchiati”, incitando i giovani alla violenza.

Il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di FdI ha dichiarato di considerare giusto il provvedimento contro l’insegnante, perché se “la critica è legittima”, “la violenza verbale, l’insulto, la minaccia da parte di un educatore pagato da tutti noi per formare la coscienza civica dei nostri figli anche no”. E ha criticato la sinistra per aver difeso il professore, sottolineando che non ci deve essere “malsano vittimismo su una vicenda di ordinaria amministrazione che nulla ha a che fare con il legittimo diritto a esprimere opinioni”.

Le proteste

Gli studenti del liceo Archimede di Roma, dove Raimo insegna, stanno protestando in difesa del professore: all’ingresso dell’istituto è stato affisso uno striscione con scritto “tre mesi di sospensione per un’opinione”. Hanno inoltre convocato un’assemblea per parlare con i dirigenti scolastici.

Anche una parte della politica sta protestando contro questa punizione. In modo particolare gli esponenti di Avs, dato che il docente si è candidato con Avs alle ultime Europee e ha pronunciato le dichiarazioni controverse proprio durante la festa nazionale del partito. Il leader Nicola Fratoianni ha espresso “totale solidarietà a Raimo, che subisce una sanzione ingiusta e fuori da ogni logica”, solo per aver espresso pubblicamente la sua opinione “con una metafora e fuori dal contesto scuola. Un chiaro tentativo di intimidire una persona libera”.

Per lui questa decisione è stata presa anche per mettere in guardia gli altri insegnanti, gli studenti e le famiglie del fatto che “la libertà di espressione e la libertà di dissenso costano e lo paghi a caro prezzo e sulla tua pelle”. Ma per l’esponente rossoverde l’Italia non accetta passivamente “l’ingiustizia e il sopruso del potere”, riferendosi alle proteste degli studenti. Quindi il suo partito ha deciso di sfruttare l’iniziativa dei ragazzi per mandare “un messaggio a tutte e tutti coloro che hanno paura: non siete soli. Noi siamo al loro fianco, non tolleriamo le ritorsioni di questi signori e signore con l’ossessione per i bavagli e i manganelli. Non ci faremo intimidire e non faremo passi indietro”.

Nicola Fratoianni sul provvedimento disciplinare Raimo
Nicola Fratoianni sul provvedimento disciplinare Raimo

In una nota congiunta anche i parlamentari del Pd delle commissioni Istruzione di Camera e Senato hanno protestato in difesa del docente, ritenendo la punizione “molto grave”. I dem si sono chiesti se il governo “nella sua ansia di creare nuovi reati voglia introdurre quello di lesa maestà”. Hanno sottolineato che “il dissenso è il cuore della democrazia” e la decisione di sospendere il docente e dimezzargli lo stipendio “rischia di ledere pesantemente la libertà di opinione e costituisce un precedente inquietante”. In fin dei conti l’insegnante ha solo espresso un parere personale su come la destra gestisce la scuola e “solo nei regimi questo diritto viene censurato e punito”.

Anche la Flc Cgil nazionale e la Flc Cgil Roma e Lazio si sono espresse contro la decisione dell’Ufficio scolastico regionale del Lazio, che hanno definito come un modo per “instaurare un clima di controllo e intimidazione verso tutto il personale scolastico, utilizzando in modo strumentale il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici”. Hanno affermato che il provvedimento è “di una gravità inaudita”, poiché il docente non ha espresso le proprie idee a scuola o durante il servizio.

Per loro si tratta di “una censura politica mascherata da sanzione disciplinare e prefigura una limitazione della libertà di espressione”, quindi metteranno in campo “tutte le azioni di tutela legale e sindacale per impugnare il provvedimento”. Infine hanno lanciato l’appello a tutto il personale a partecipare alle prossime iniziative finalizzate a difendere la libertà di espressione.

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