Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, in un’intervista rilasciata a La Stampa, ha illustrato le linee guida delle riforme in corso nel sistema giudiziario italiano, difendendo la separazione delle carriere tra magistrati e pubblici ministeri e criticando il “potere correntizio” all’interno della magistratura. Nordio ha anche affrontato temi come le intercettazioni, i reati minori e soprattutto la necessità di rivedere il codice di procedura penale.
Nordio, separazione delle carriere e correnti
Nordio ha respinto l’idea che la separazione delle carriere sia un provvedimento punitivo, definendola invece “il ripristino della vera indipendenza della magistratura“. Nel corso dell’intervista Nordio ha citato anche il caso Palamara, in cui alcuni magistrati hanno usato espressioni come “verminaio” e “mercato delle vacche”, per sottolineare la degenerazione del sistema: “Questa riforma ridurrà di molto il potere delle correnti”. Il ministro ha anche annunciato l’istituzione di un’Alta Corte disciplinare, sostenendo che l’attuale sezione del CSM ha affrontato solo “casi marginali”.
Leggi Anche
Intercettazioni e processo accusatorio
Sul tema delle intercettazioni, Nordio ha difeso la riforma che limita a 45 giorni la durata delle indagini (con eccezioni per mafia e terrorismo), criticando l’attuale sistema: “Oggi si continuano a fare intercettazioni a strascico, sperando di trovare qualcosa. Sono costosissime, invasive, spesso inutili e dannose“. Il ministro della Giustizia ha inoltre auspicato un ritorno al modello accusatorio voluto da Giuliano Vassalli, criticando le distorsioni introdotte nel tempo, e ha sottolineato: “I giuristi anglosassoni ci guardano perplessi, quando non ci ridono dietro”.
Reati minori: depenalizzazione o moltiplicazione dei reati?
Sollecitato sulla questione centrale della moltiplicazione dei reati, quando la promessa del governo e di Nordio era stata quella di una depenalizzazione dei reati minori, Nordio ha risposto: “I tempi mutano, come i comportamenti e le tecnologie”. Ha citato l’esempio dei rave party, “un fenomeno intollerabile, che infatti è cessato”, e la necessità di tutelare nuovi ambiti come le truffe informatiche. Infine, ha annunciato l’intenzione di rivedere il codice di procedura penale per ripristinare i principi liberali originari, auspicando di concludere il lavoro entro la fine della legislatura.
L’obiettivo dichiarato della riforma dovrebbe essere dunque quello di ridurre l’influenza delle correnti e garantire maggiore efficienza, secondo il ministro. Le sue parole lasciano intravedere un percorso complesso, ma Nordio sembra fiducioso nel sostegno degli elettori, facendo anche riferimento alla prossima chiamata alle urne: “Se questa sia punizione, o il ripristino della vera indipendenza, lo diranno gli elettori nel referendum“
© Riproduzione riservata