Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato ieri il ddl Nordio, provvedimento che introduce modifiche sostanziali al codice penale e al codice di procedura penale e che introduce l’abolizione del reato di abuso d’ufficio. Un disegno di legge che ha creato non poco scompiglio all’interno delle istituzioni, in particolare nel centrosinistra, dove si è fatto strada il dubbio che tale abolizione possa essere deleteria per il sistema politico del Paese.
In un’intervista a Il Giornale, il Guardasigilli Carlo Nordio ha dichiarato che con il Quirinale non vi sono conflitti di alcun tipo e che “non si è mai dubitato della firma del Presidente, anche perché i saggi consigli del presidente sono sempre stati tenuti in altissima considerazione“. Il resto sono tutte fantasie, di cui la maggior parte sarebbero state alimentati dai giornali, almeno secondo le parole del ministro della Giustizia.
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“Io capisco la polemiche anche aspre della politica, ma noto da parte dell’opposizione e di una certa stampa una sorta di lucidità nei loro propositi costantemente mediocri” ha dichiarato il ministro della Giustizia, aggiungendo: “Si tratta di inventarsi conflitti inesistenti, per mettere in imbarazzo le più alte istituzioni dello Stato. E questo non va bene“.
Nordio: “Sulle carceri Mattarella ha sempre dimostrato una certa sensibilità“
Carlo Nordio è stato incalzato sulle motivazioni che lo hanno spinto a chiedere un incontro con il Presidente della Repubblica per affrontare il discorso delle carceri e dell’emergenza che le caratterizza. Il ministro ha confessato di aver preso questa decisione tenendo in considerazione il fatto che “il presidente ha sempre dimostrato una grande sensibilità sui problemi delle carceri” per cui “è stato deciso che fosse opportuno informarlo sulle iniziative che stiamo adottando“. Il Guardasigilli ha inoltre sottolineato la necessità per cui il Capo dello Stato, in quanto presidente del Csm, “deve essere informato delle difficoltà che troviamo nella soluzione del problema dei giudici di sorveglianza“.
Carlo Nordio, come spiega lui stesso, fa riferimento alla mancanza di queste figure specifiche nell’ambito della giustizia, che influenzerebbe le corrette decisioni sulla liberazione anticipata “dei detenuti che ne hanno diritto“. Da qui, quindi, nasce la problematica in parte collegata al sovraffollamento delle carceri. Il ministro ha infatti spiegato che “la carcerazione preventiva è regolata dal codice, e ancor peggio è applicata, in modo irragionevole, sia nella restrizione che nell’estensione“.
Il Guardasigilli ha presentato l’esempio della decisione di un giudice che ha a che fare con un femminicidio. “L’altro giorno un uomo ha ucciso la moglie in un accesso di rabbia e gelosia, poi è andato dai Carabinieri, ha consegnato l’arma e ha confessato – ha spiegato Nordio – A rigore, questo signore non si sarebbe potuto incarcerare, perché mancavano le tre condizioni note a tutti: non c’è il rischio della reiterazione del reato, perché ha ucciso l’unica moglie che aveva; non la fuga, perché si era costituito, e non l’inquinamento delle prove perché aveva consegnato l’arma e confessato“.
Così, chiarisce Nordio, il giudice “deve lavorare di fantasia perché nessuno tollererebbe un assassino flagrante a piede libero“. Al contrario, però, “ci sono centinaia, migliaia di persone che vengono incarcerate prima del processo e che poi vengono assolte, o condannate a una pena sospesa” e per questo secondo il ministro è necessario intervenire sulla norma, “riducendo di alcune migliaia di unità il numero dei detenuti“.
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