Cresce il pressing per il presidente della Regione, sostenuto da altri governatori. C’è l’ipotesi di una figura esterna, Lepore: “Il governo gioca alle tre carte”
Si avvicina la nomina del commissario per la ricostruzione della Romagna, colpita dalle alluvioni e dalle frane, ma la vicenda si fa sempre più ingarbugliata. Da una parte c’è infatti il pressing dei sindaci del territorio a scegliere il presidente della Regione Stefano Bonaccini, dall’altra le pressioni di una parte della maggioranza di governo a preferirgli una figura tecnica e comunque a evitare che un ruolo così centrale (e che maneggerà miliardi di euro) sia affidato al presidente del Partito democratico.
Bonaccini e il terremoto del 2012
Durante la visita del presidente Mattarella in Romagna, accompagnato in ogni tappa da Bonaccini, la questione è rimasta sullo sfondo e nessuno, almeno esplicitamente, ha tirato per la giacca il capo dello Stato. Bonaccini ha però ricordato al presidente della Repubblica l’esperienza della ricostruzione del terremoto in Emilia, elogiata, l’anno scorso, nel decennale delle scosse, dallo stesso Mattarella, e gestita in maniera commissariale dal presidente della Regione, prima Vasco Errani, poi, appunto, Bonaccini.
Commissario, Bonaccini? Pichetto: “Non ho la sfera di cristallo”
Della questione si continua a parlare perché è dalla nomina del commissario che i vari aspetti, a cominciare dalle richieste di rimborso per chi ha subito danni, cominceranno ad entrare nella fase operativa.
La decisione dovrebbe, in ogni caso, essere questione di giorni. Lo ha ribadito anche il ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto. “A giorni sarà preso in considerazione dal Consiglio dei ministri – afferma – in questo momento la questione non è tanto il commissario quanto il più velocemente possibile fare il primo ripristino e cominciare a fare la conta dei danni. La parte pratica dovrà essere gestita da un ruolo commissariale”. E su Bonaccini “non ho la sfera di cristallo”, ha detto.
Commissario, tecnico o Bonaccini? Le parole della ministra Santanchè
La decisione potrebbe, in ogni caso, pendere verso la nomina di una figura tecnica. “Se il commissario fosse un politico – afferma un’altra esponente del governo, la ministra del Turismo Daniela Santanchè – Bonaccini avrebbe tutte le carte in regola per il ruolo. Se invece la scelta dovesse cadere su un tecnico, ipotesi diversa, ma del tutto normale e legittima, non significherebbe considerare Bonaccini non all’altezza”.
Toti, fan di Bonaccini
La questione resta comunque spinosa e l’ipotesi Bonaccini continua ad avere sostenitori anche nel centrodestra. A cominciare dai presidenti di Regione. “Ora – dice il presidente della Liguria Giovanni Toti – in Emilia-Romagna serve un commissario di protezione civile per gestire l’emergenza. Per me non può che essere Bonaccini, e a mio modo di vedere anche il commissario per la ricostruzione deve essere lui”.
Lepore: “Il governo fa il gioco delle tre carte”
La nomina del commissario pare comunque destinata a diventare terreno di scontro politico, anche guardando alle prossime regionali che sono previste nei primi mesi del 2025. “Il governo – dice il sindaco di Bologna Matteo Lepore – sta facendo il gioco delle tre carte e questo non è rispettoso nei confronti dei cittadini. Stefano Bonaccini è la scelta naturale, pare evidente, al di là delle parole della presidente Meloni, che ci siano ministri e parlamentari di Fdi e Lega che intervengono contro la scelta di Bonaccini. A questo punto mi pare importante che ci si assuma le proprie responsabilità e se non lo si vuole si dica perché”.