Con il rinnovato atteggiamento della Nato, che punta tutto sul fronte Sud del Mediterraneo, la “coesione resta l’arma più efficace” per l’Alleanza per affrontare le nuove sfide, che includono lo “straordinario” sostegno a Kiev (da portare avanti finché si può).
Per la premier Giorgia Meloni, quello di ieri a Vulnius, è stato il primo consiglio Atlantico da presidente del Consiglio. Ha parlato dopo il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il leader olandese Mark Rutte. Dopo il faccia a faccia con l’amicone Rishi Sunak, ha incontrato li presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
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Il bilaterale con il leader turco è durato quasi un’ora, ed è ruotato tutto intorno l’agenda internazionale, ma anche sui rapporti “bilaterali” tra i due paesi.
“La Turchia continuerà a cooperare con l’Italia, con cui è grande alleata nella Nato”. Così scrive Erdogan sui social, dimostrandosi più che collaborativo e amichevole nei confronti. Non a caso Italia e Turchia sono a lavoro per far sì che all’interno della Nato nasca un’unione collaborativa finalizzata alla lotta contro il terrorismo.
Per portare interscambio tra i due paesi, sarà importante rafforzare anche gli investimenti sul fronte industriale e della difesa; obiettivo indicato dal fronte italiano è di 30 miliardi di euro.
Poi ci sono le urgenze geopolitiche: “la pace giusta e duratura da garantire all’Ucraina, su cui continuiamo a lavorare”, scrive la Meloni sui social. E “il comune interesse a rafforzare l’impegno nella sponda sud del Mediterraneo”, che è una delle priorità di Roma da portare avanti con gli alleati, al quale è legata la gestione dei flussi di migranti illegali, tema di cui si è parlato a lungo nel confronto tra le due nazioni.
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