“L’unica cosa certa è che lo Stato non può più uscire 3-4 miliardi l’anno per ricostruire. Non è più possibile. Non c’è più denaro per tutti e per sempre“, con queste parole il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci ha riassunto la gravosa situazione in cui si torva a navigare il nostro Paese. Le risorse economiche sono poche e gli ambiti di interessi sono troppi, così la ricostruzione a seguito di calamità naturali, o meglio dire provocate dall’azione dell’uomo, non sembra più essere una priorità.
Proprio per questo il ministro, aprendo una polemica ingente all’interno della politica italiana, ha proposto di coinvolgere maggiormente i cittadini, chiedendo loro sia uno sforzo dal punto di vista della prevenzione sia uno per quanto riguarda la ricostruzione. Nasce così la possibilità di esortare i cittadini a stipulare polizze assicurative sui loro beni, così che lo Stato non debba poi correre ai ripari e spendere milioni o miliardi di euro per dare inizio a lavori e ristrutturazioni gravose.
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Tali assicurazioni potrebbero addirittura diventare obbligatorie, anche se Musumeci ha voluto rassicurare che dal suo punto di vista la modalità più giusta per procedere sia quella di introdurre gradualmente questo provvedimento, lasciando prima il tempo al cittadino di decidere quale sia la decisione giusta da prendere. Poi “tra 10-15 anni, se abbattiamo interamente il muro della indifferenza, può diventare obbligatoria, affinché lo Stato si adoperi perché non diventi un peso per i cittadini“. Nel frattempo, però, il Paese deve adeguarsi ai cambiamenti che lo investono tramite attività di prevenzione che possano rendere interi territori più sicuri per la vita dei cittadini.
Musumeci: “La prevenzione è un investimento, la ricostruzione un costo“
Il ministro, ospite a Rei Tv, ha ricordato l’importanza della prevenzione, una buona abitudine che al momento manca nel nostro Paese e le cui conseguenze si patiscono quotidianamente. Secondo Musumeci, infatti, l’Italia si trova a vivere “una fase assai difficile” che col passare del tempo potrebbe complicarsi ulteriormente. Tale situazione, quindi, deve essere chiara a tutti, “anche ai cittadini, all’uomo della strada spesso distratto e che molto superficialmente si chiede, di fronte alla calamità, che cosa hanno fatto il Comune, la Regione, lo Stato, ma mai si chiede ‘cosa ho fatto io per non farmi cogliere impreparato“.
L’obiettivo del presente, quindi, è quello di dare avvio ad un importante opera di prevenzione che preveda anche la costruzione di strutture ed edifici affinché il territorio non continui a trovarsi impreparato di fronte alle calamità che sempre di più continua a subire. “Noi italiani non siamo fatti per la prevenzione e infatti nel ‘900 abbiamo avuto 120mila morti per eventi calamitosi” ha ricordato il ministro per la Protezione civile, sostenendo quindi che sia giunto il momento di cambiare direzione. L’introduzione delle assicurazioni sugli edifici potrebbe rappresentare un primo passo in avanti, anche se per il momento questo sembrerebbe un trauma per i cittadini.
“Ricostruire è un costo, prevenire un investimento” ha però evidenziato Musumeci, sostenendo che la sua proposta sulle assicurazioni ha ancora bisogno di modifiche e soprattutto di una discussione politica che ne possa comprendere l’estensione e soprattutto l’applicabilità. Anche in questo caso, infatti, l’obiettivo sarebbe quello di creare polizze assicurative che non siano un peso gravoso per le spalle dei cittadini, ma che allo stesso tempo permettano di mitigare i costi di ricostruzione dovuti ad eventi calamitosi gravi.
Musumeci: “Vanno messe in campo le risorse del Pnrr”
Il ministro per la Protezione civile ha poi affrontato il complesso tema della siccità che affligge la Sicilia, sostenendo che in questo caso sia necessario un duro lavoro a lungo termine che possa in un decennio risolvere le problematiche più gravi della Regione. “La Sicilia è la regione che fra tutte mette assieme varie criticità: non soltanto quella del dissesto idrogeologico, ma anche il rischio vulcanico, sismico, quello industriale, soprattutto nelle aree di Milazzo e Siracusa, gli incendi boschivi” ha infatti ricordato Musumeci, ponendo l’accento sulla complessità e varietà del territorio che caratterizza la Regione.
Secondo il ministro, quindi, al momento il problema della siccità non può avere una risposta breve ed efficace ma “tra 10-15 anni, continuando con la programmazione avremo una regione adeguata ai tempi e al contesto“. Al momento, quindi, è necessario proseguire con la realizzazione di dighe e desalinizzatori, così come al rifacimento delle reti idriche, continuando nel presente a “ricorrere a mezzi precari come il rifornimento delle autobotti“.
A facilitare il processo dovrebbero poi intervenire i fondi del Pnrr, poiché sono stati assegnati alle Regioni 1,2 miliardi di euro dall’inizio del 2023. Musumeci ha ricordato come le opere realizzate con questi finanziamenti dovranno essere realizzate entro il 2026 e come solo qualche mese fa i lavori erano fermi al 27%, una cifra minuscola rispetto al totale. “Voglio augurarmi che alla fine dell’anno questo tasso cresca” ha sottolineato il ministro, per poi aggiungere: “La burocrazia non sempre è fatta da persone volenterose. Ce ne sono tante che lo sono, ma ci sono tanti scansafatiche che manderei volentieri a casa, però la legge non me lo consente“.
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