A nove mesi di distanza dallo scoppio del conflitto tra Israele e Palestina, la Camera dei deputati ha approvato la mozione di maggioranza che impegna il governo a “sostenere nelle opportune sedi europee e internazionali iniziative finalizzate al riconoscimento dello Stato della Palestina nel quadro di una soluzione negoziata fondata sulla coesistenza di due Stati sovrani e democratici, che possano riconoscersi reciprocamente e vivere fianco a fianco in pace e sicurezza“.
Nella mattinata di oggi, infatti, hanno avuto inizio le dichiarazioni di voto sulle mozioni relative a questo argomento. La maggioranza ha presentato un’unica mozione su cui il governo ha dato parere favorevole, mentre i partiti delle opposizioni hanno presentato ognuno la propria mozione. Non sono mancati momenti di tensione, a causa dei punti di vista ben differenti sulla questione del riconoscimento della Palestina. Il Movimento 5 Stelle ha deciso di non partecipare al voto nell’Aula della Camera per protestare contro la “farsa” messa in atto dal governo, che si dedicherebbe solo “a belle parole e impegni ma poi disattende puntualmente tutto” quando arriva il momento di “votare in sede internazionale“.
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Durissimo, invece, il commento della Lega che ha sostenuto sia necessario “stare attenti alle conseguenze inintenzionali di azioni intenzionali“, perché “riconoscendo oggi lo stato di Palestina noi premieremmo proprio Hamas, lo aiuteremmo a consolidarsi in quei territori“, come ha sostenuto il deputato Paolo Formentini, durante la discussioni sulle mozioni per la Palestina.
Palestina, Pd: “Non è una catastrofe, è un’apocalisse“
Durante la discussione in Aula alla Camera, il centrosinistra ha proposto di definire quanto sta avvenendo a Gaza una “catastrofe umanitaria“, ma la maggioranza ha chiesto che questa espressione venisse sostituita con “crisi“. Una richiesta che non ha per nulla soddisfatto il M5S, né Avs che quindi hanno espresso le loro opinioni in materia piuttosto duramente. “Ma non vi vergognate? Vergogna!” ha tuonato Nicola Fratoianni di Avs, che ha sostenuto che “senza il riconoscimento dello Stato palestinese non esistono due stati per due popoli” e che “il riconoscimento è un atto che il nostro governo può compiere oggi“.
“Non avete il coraggio di chiamarla catastrofe. E non lo è: è peggio, è una apocalisse” ha invece dichiarato Peppe Provenzano del Pd, puntando il dito contro “un governo di estrema destra” che ha messo in atto “una rappresaglia atroce senza più limiti, conducendo una guerra non al terrore ma ad un intero popolo“. Provenzano ha poi criticato il premier Meloni, accusandola di “essere scomparsa” e giudicando preoccupante “l’inerzia del governo italiano” in materia.
Durissimo il commento del Movimento 5 Stelle, che ha definito “vergognoso” derubricare in una mozione la parola catastrofe a crisi, per poi attaccare direttamente il governo: “Cosa sono 39 mila morti, cos’è sparare su gente in fila per il pane? A voi non frega nulla di quella gente! Siete piegati“. Così Riccardo Ricciardi è intervenuto in Aula, sostenendo che la maggioranza di governo sia vittima di “una mentalità colonialista“.
La mozione della maggioranza di governo
Il centrodestra, così come Italia Viva ed Azione, hanno tenuto posizioni meno concrete di quelle della sinistra. L’obiettivo sarebbe quello di ottenere il riconoscimento dei “Due popoli, due Stati” e allo stesso tempo porre fine ai fenomeni di antisemitismo che sembrano risorgere quotidianamente in tutto il mondo. “Ci preoccupa la scelta unilaterale di Spagna, Irlanda e Norvegia di promuovere il riconoscimento della Palestina senza un’espressione unanime delle istituzioni europee” ha dichiarato Giangiacomo Calovini di FdI, sostenendo che il governo deve “continuare a profondere ogni sforzo diplomatico per sostenere attuazione del piano di pace“.
Forza Italia ha invece sostenuto che il riconoscimento dello Stato della Palestina, “per essere efficace e sostenibile non può che scaturire da un negoziato con Israele e non attraverso un riconoscimento unilaterale“, questo perché il fine da perseguire ad ogni costo è quello della pace.
“Siamo per un’iniziativa diplomatica che porti a una vera conferenza di pace. Siamo per favorire un’autorità palestinese moderata e per scongiurare ogni scenario bellico tra Israele, Libano e Iran, così come non avremo remore nel denunciare l’arroganza di Netanyahu e condannare chi ha moltiplicato gli insediamenti illegali” ha invece sostenuto Faraone di Italia Viva, concludendo che “bisogna essere chiari, non accettiamo la timidezza di molti gruppi parlamentari nel difendere il popolo di Israele e gli ebrei in tutto il mondo“.
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