Tomaso Montanari nuovo sindaco di Firenze? La sua smentita arriva veloce tanto quanto la notizia di una sua possibile candidatura ma è troppo tardi e le conseguenze sono tangibili.
Il rettore dell’Università di Siena che piace a Giuseppe Conte, leader dei 5 Stelle e alla segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha provocato una spaccatura all’interno dei dem non indifferente.
Montanari contro Nardella
Le carte sono svelate e il gioco sulla corsa alle elezioni del sindaco di Firenze continua. Il nome di Montanari era stato fatto – seppur sottovoce – dall’ex premier Conte: una mossa azzardata a dire il vero, che sembra voler spingere il volto del PD a forzare con i riformisti dem per nulla favorevoli al solo udire il nome del rettore dell’Università di Siena. Così facendo il partito si spacca inesorabilmente: come riporta Il Fatto Quotidiano “a suo tempo durissimo con l’allora ministro della Cultura Dario Franceschini per le sue politiche, contrario all’invio di armi all’Ucraina“.
Poi le sue dichiarazioni in una puntata di Report contro il sindaco, Dario Nardella e l’intera giunta comunale del PD: “Firenze è una città in svendita all’incanto, è una città che si piglia chi offre di più e gli amministratori di Firenze sono al servizio di questi capitali stranieri“.
Montanari: “Niente panico”
Sicuramente, quella di Montanari sarebbe una candidatura dura da controllare per la Schlein e ne è consapevole lo stesso rettore che ha rilasciato delle dichiarazioni su X in merito alla questione: “Un’intera pagina del Corrierone per esorcizzare una mia candidatura; niente panico, simpatici amici, il mio mandato da rettore scade nel 2027“.
Sulla candidatura, la partita è ancora aperta: fonti interne al Pd e M5S rivelano che la sua corsa come sindaco è tutt’altro da escludere, anche se con alcuni ‘paletti’ come quello di un’alleanza larga, sulla base di un programma ben definito, di sinistra.