Domani, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, tornerà in tribunale di Palermo per il processo del caso Open Arms. Le accuse a carico del leader della Lega sono di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere impedito lo sbarco di 147 migranti a Lampedusa.
Durante l’ultima udienza la Procura aveva chiesto l’audizione di tre poliziotti ma la difesa di Salvini aveva chiesto un termine per replicare. Le imputazioni possono comportare una pena fino a 15 anni. In un’intervista a Il Giornale, il capo dei deputati della Lega, Riccardo Molinari, sottolinea come la richiesta dei Pm non sia la sentenza e che quindi si tratta di un mero processo politico.
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Le parole di Molinari sul processo di Salvini
Molinari chiarisce come l’autorizzazione a procedere sia stata concessa dal Pd e dai 5 Stelle. La linea del governo gialloverde era chiara: “Mettere in stand by le navi con gli immigrati finché non si otteneva dall’Europa un piano per la redistribuzione dei migranti nei vari Paesi europei“, afferma Molinari. Se arrivasse una condanna per Salvini, la Lega non assumerebbe alcuna reazione politica. Molinari conferma tale tendenza del partito e sottolinea come la Lega sia pro alla spartizione di poteri. Al Carroccio piacerebbe che la magistratura non si intromettesse nelle competenze del potere esecutivo, “ma non saremo noi a intrometterci nelle competenze del potere giudiziario“, aggiunge.
Molinari afferma come ci si trovi davanti ad un processo politico che non ha precedenti a livello europeo. La magistratura pare contestare alla politica un atto di governo: “Precedente pericoloso per tutti i partiti. Ognuno deve esercitare i propri doveri e se passa il principio per il quale la magistratura può sindacare e giudicare le linee politiche di un esecutivo diventerebbe molto difficile esercitare la funzione di governo“, afferma. Ciò si può evitare con l’autorizzazione a procedere per un ministro. In questo caso, la sinistra ha dato il via libera alla magistratura.
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