La questione dei migranti torna alla Camera con le parole del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Il governo intende infatti, sottoporre in tempi brevi un disegno di legge di ratifica che contenga le norme e le misure necessarie al compimento del protocollo.
Il ministro comunica alla Camera sull’intesa raggiunta tra Italia e Albania sul fronte migranti: “Il dibattito di oggi e il voto che lo concluderà dimostrano, se ce ne fosse bisogno, che il nostro governo non si è mai sottratto, specie su questioni di tale rilevanza, al dialogo e al vaglio del Parlamento“.
Tajani, gli accordi con l’Albania
“E’ utile osservare che questo Protocollo non è paragonabile all’accordo tra Regno Unito e Ruanda. Non c’è esternalizzazione ad un paese terzo della gestione delle domande di asilo. E non si deroga ai diritti internazionalmente garantiti, che sono anzi più volte espressamente riaffermati nel Protocollo” dichiara il ministro degli Esteri. Tajani sottolinea come la prima riunione sia avvenuta nel suo stesso ufficio a Palazzo Chigi con il ministro Piantedosi.
“Nessuno di noi è stato scavalcato, tutte le amministrazione competenti hanno partecipato all’elaborazione di questo accordo” ha ribadito Tajani. Quello tra Italia e Albania è un accordo – come ricorda il vicepremier – attuativo del trattato di amicizia del 1995, in cui l’articolo 19 prevede già la cooperazione bilaterale nelle questioni migratorie tra i due Paesi.
“Il dibattito di oggi e il voto che lo concluderà dimostrano, se ce ne fosse bisogno, che il nostro governo non si è mai sottratto – specie su questioni di tale rilevanza – al dialogo e al vaglio del parlamento. Presto l’Albania entrerà a far parte dell’Unione europea ed è parte del Consiglio d’Europa. Le deroghe sarebbero state impossibili” ha aggiunto il ministro.
Tajani: “Protocollo è tassello strategico”
Il ministro Tajani continua: “Il protocollo Italia-Albania è un tassello significativo nella strategia complessiva del governo, in un contesto internazionale di crescente instabilità, che rischia di incrementare i flussi migratori e l’odioso mercato dei trafficanti. Un mercato che continua a lucrare sulla disperazione e a mietere vittime, come dimostra il nuovo naufragio verificatosi ieri al largo di Lampedusa“. Per il vicepremier, l’Italia deve puntare ad un approccio diverso nella gestione dei flussi migratori e nella lotta al traffico degli esseri umani.
Il governo deve prevenire le partenze irregolari, rafforzare le frontiere esterne, combattere gli scafisti, migliorare il sistema dei rimpatri e accogliere chi ha diritto alla protezione internazionale. “Ecco gli ingredienti principali del nuovo approccio che stiamo cercando di affermare in Europa, ed è in questa cornice che si inserisce il Protocollo di collaborazione con l’Albania“. Il ministro ha poi evidenziato: “Il protocollo stabilisce che nei due centri non potranno trovarsi complessivamente più di 3.000 migranti nello stesso momento. E che i migranti potranno arrivare nel porto albanese solo con navi delle autorità italiane, intervenute in operazioni di soccorso“.
Gli accordi
Occorre far luce sulle due categorie di migranti coinvolti negli accordi: i richiedenti asilo e le persone in attesa di rimpatrio. Per i primi, la procedura è accelerata di frontiera. Quindi persone non vulnerabili provenienti da Paesi sicuri o migranti che abbiano già presentato domanda di asilo, ottenendo un diniego. La seconda categoria segue invece, l’accertamento dell’assenza dei requisiti per il soggiorno in Italia.
“Nella struttura in Albania non potranno in nessun caso essere accolti soggetti vulnerabili, quali, ad esempio, minori e donne in gravidanza. I costi dei centri per i migranti in Albania sono interamente a carico dell’Italia”, ha sottolineato infine Tajani.