Sui migranti, la premier Giorgia Meloni ha siglato un patto con l’Albania, e quindi con il premier Edi Rama. Un accordo tutt’altro che intoccabile, in quanto oltre alle dure critiche da parte dell’opposizione, sono emerse anche forti perplessità da parte dei magistrati.
Migranti: quali sono i dubbi
Il protocollo d’intesa tra Italia e Albania fa sorgere diversi dubbi. Il rischio è quello di una compressione delle garanzie giuridiche, tra le quali anche la possibilità del richiedente asilo di scegliere il proprio avvocato, o – nel caso delle associazioni – di poter visitare il centro di prima accoglienza e vigilare sul rispetto dei diritti. Il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari precisa – riportato a La Stampa – come secondo il protocollo i due centri per migranti costruiti in Albania saranno soggetti alla giurisdizione italiana e per quanto riguarda i richiedenti asilo: “Potranno essere trattenuti oltre i 28 giorni anche in Albania e fino al massimo consentito dalla legge italiana, 18 mesi“.
Come ricorda anche il vicepremier Antonio Tajani: “Questo accordo rispetta le regole, non è Guantanamo”, ma di fatto ci sono alcuni rischi che smuovono animi come quello del secondo vicepremier, Matteo Salvini. “Se si applicano le stesse norme italiane, allora è dietro l’angolo anche l’incubo, per il governo, che arrivi una nuova pioggia di ricorsi da parte dei richiedenti asilo contro i trattenimenti forzati. E che questi ricorsi, come già successo più volte negli ultimi mesi, vengano accolti” scrive il quotidiano.
Grande apprensione anche nell’ala progressista dove il Partito Democratico di Elly Schlein assicura che non è stata fatta alcuna richiesta di espulsione dal gruppo dei Socialisti europei contro il primo ministro albanese ma, affermano che andrebbe a carpire un tema strettamente politico.