I migranti sono stati il tema principale della giornata di ieri nel nostro Paese dove ben due eventi hanno scandito la tranquillità della politica italiana. Da un lato il vicepremier leghista Matteo Salvini è stato a lungo seduto nell’aula bunker del tribunale di Palermo, in attesa che l’avvocatessa Giulia Bongiorno finisse la sua arringa difensiva, con l’intento di dimostrare che i reati di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio in realtà non sussisterebbero nel quadro del processo Open Arms a suo carico; dall’altro Giorgia Meloni, in visita di Stato in Libano, è stata avvertita che i dodici migranti ospitati da mercoledì nel centro di accoglienza di Gjiader in Albania dovranno fare ritorno in Italia.
Una notizia che è giunta quasi come un fulmine a ciel sereno, se non fosse per la “predizione del Partito democratico” che già giovedì aveva annunciato un epilogo simile, e che ha mandato il Presidente del Consiglio su tutte le furie. Impegnata in una visita di Stato in Libano, per discutere col premier Mikati della sicurezza dei contingenti Unifil e del possibile cessate il fuoco in Medio Oriente, Meloni ha dovuto trovare un momento per commentare l’accaduto, nella consapevolezza delle lunghe disquisizioni che in passato hanno avuto al centro proprio l’intesa Italia-Albania.
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Il premier ha quindi deciso di concentrare la sua frustrazione nella critica al comportamento del centrosinistra, sottolineando come Pd, Avs e M5S abbiano deciso di chiedere all’Unione europea di avviare una procedura di infrazione contro il nostro Paese. Così, tra dichiarazioni delle due parti in gioco, col centrodestra che ha deciso di non arretrare e di annunciare il ricorso contro la decisione del giudice di Roma e il centrosinistra che chiede spiegazioni sui fondi utilizzati per il piano attualmente fallimentare dei centri in Albania, in Europa la decisione viene accolta con una certa calma, nella consapevolezza che il problema non sia l’intesa tra Italia e Albania ma le regole sui Paesi sicuri che presto dovranno essere modificate.
Migranti, a breve un consiglio dei ministri per stabilire nuove regole
Sembrerebbe che il giudice del tribunale di Roma non abbia convalidato il trattenimento dei 12 migranti, poiché questi proverrebbero da un Paese che non è ritenuto sicuro. Al momento, infatti, la legislatura prevede che una Nazione venga considerata sicura quando tutte le parti che la compongono sono considerate tali. Nel caso dell’Egitto e del Bangladesh, Paesi da cui provengono i 12 migranti che fino a ieri erano ospiti del centro di Gjiader, questa regola non può essere applicata.
Così una motovedetta della Guardia Costiera è partita da Brindisi ed ha attraccato a Gjiader, per portare i 12 migranti a Bari, dove verranno ospitati dal Centro di accoglienza per richiedenti asilo della città. Intanto il centrodestra rimane con l’amaro in bocca ma tenta di riorganizzarsi per far fronte a questo improvviso ostacolo. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha già annunciato che verrà presentato ricorso in Cassazione, mentre l’iter per la messa in funzione dei centri proseguirà; sembrerebbe inoltre previsto un Consiglio dei ministri il cui tema principale sarà proprio la creazione di nuove norme, con l’obiettivo di velocizzare l’esame delle domande d’asilo e forse rivedere i meccanismi dei ricorsi.
Intanto a Bruxelles si riflette sul Patto di migrazione e asilo che rivedrebbe proprio il significato della dicitura “Paese sicuro“. Una Nazione quindi potrà essere considerata tale anche se solo una sua parte è sicura. Un cambio epocale che ovviamente potrebbe essere di grande aiuto all’intesa Italia-Albania. La stessa Giorgia Meloni, infatti, insieme ad altri esponenti del centrodestra avrebbe fatto presente sia che dovrebbero essere i governi a decidere con che criteri giudicare sicure i Paesi terzi sia che con la dicitura attuale risulterebbe impossibile individuare un Paese che sia realmente sicuro.
Meloni contro il Pd: “Sono semplicemente scandalosi“
Il Presidente del Consiglio, a seguito di una prima dichiarazione contro il comportamento dei partiti di centrosinistra nei confronti del governo, ha deciso di utilizzare nuovamente i suoi profili ufficiali sui social per pubblicare per intero la richiesta inoltrata all’Unione europea per una procedura di infrazione contro l’Italia. Il post è stato poi accompagnato da un duro commento di Meloni che ha voluto rivolgersi direttamente agli italiani per dimostrare loro quanto accaduto.
“Questo è il testo con il quale i parlamentare del Pd eletti al Parlamento europeo chiedono all’Europa di aprire una formale procedura di infrazione contro l’Italia” si legge infatti sul profilo X del premier, che continua: “Vostri rappresentanti che definiscono ‘illegale’ un provvedimento votato dal Parlamento italiano solo perché loro non lo condividono. Vostri rappresentanti che propongono che l’Italia sia punita, perché la maggioranza dei suoi cittadini ha scelto il centrodestra per governare la Nazione e ha chiesto al governo di fermare l’immigrazione illegale di massa“.
Meloni prosegue poi definendo “scandaloso e irresponsabile” il comportamento del Partito democratico, sottolineando che in questo caso la polarizzazione politica non ha alcun ruolo perché questi sarebbero “disposti a danneggiare l’Italia tutta pur di colpire un Governo a loro non gradito“, ignorando del tutto la volontà della maggioranza degli italiani che hanno votato proprio per questa coalizione di governo e per le idee che essa porta con sé.
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