Non siamo su un film dove il buono vince sul cattivo, dove l’antagonista ‘complotta’ contro un altro personaggio della storia. Qui, siamo davanti ad una vera e propria emergenza umanitaria. Sì, perché giacché umani, di persone si parla: migranti che decidono di abbandonare la loro vita, il loro Paese di origine per cercare una realtà migliore.
Talvolta non è una scelta. Chi sceglierebbe di affrontare le gelide acque del Mediterraneo, senza soldi, da soli, senza alcuna prospettiva e con la paura di morire in mare? Nessuno! Si tratta invece di un barlume di speranza che supera la paura stessa. Eppure, l’Europa e l’Italia ne sono consapevoli, ma le misure disposte alla gestione dei flussi sono del tutto irrisorie rispetto alla soluzione del problema.
Migranti e Ue: il non-complotto
Come afferma il giornalista Riccardo Mazzoni su Il Tempo: “Evocare euro-complotti serve a poco“, anzi va a banalizzare e a fantasticare quello che è la realtà dei fatti. La von der Leyen è stata chiamata in causa e si recherà a Lampedusa dove la situazione sta non poco sfuggendo di mano. Questo suo passo – si può dire – è rappresentativo di un’Europa che c’è, esiste e ascolta. La realtà dei fatti è sicuramente un’altra: tante buone parole, promesse ai microfoni che lasciano il tempo che trovano.
I numeri parlano chiaro: “Secondo i dati Frontex, nei primi otto mesi del 2023, da gennaio ad agosto, gli attraversamenti irregolari sulla rotta del Mediterraneo centrale la più battuta in assoluto – hanno raggiunto quota 114.265 persone, facendo registrare un +96% rispetto allo stesso periodo del 2022” scrive il giornalista riportando i dati del report. Una situazione, quindi, che è diventata tutt’altro che gestibile e che ancora registra il non vedere e sentire dei vertici non solo europei, ma anche – e ancor più preoccupante – di quelli italiani. Su un’intervista al Corriere della Sera, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi ha chiarito: “Stiamo facendo uno sforzo straordinario, non c’è né collasso né perdita di controllo. Anzi, se non ci fossimo organizzati per tempo, con iniziative criticatissime come quella dello stato di emergenza o alcune norma approvate a Cutro, non ci saremmo riusciti. Altro che improvvisazione“.
Una situazione che da paradossale diventa quasi aberrante, che trova l’Italia e l’Europa a fare quasi spallucce in una misticanza di parole e ‘visite di facciata’.