Merz e popolari alla volta di Berlino: le future sfide per Meloni, le reazioni dell’Italia e gli auspici dell’Unione

Il voto tedesco ha suscitato reazioni di ogni tipo sia nella politica interna italiana che sul fronte europeo. Dalla cautela di Fratelli d'Italia con le future scelte di Meloni, all'euforia di Salvini per i risultati di Afd al boccone amaro di Elly Schlein che ha trovato l'ennesimo riscontro sul perché evitare scissioni nell'area progressista

5 Min di lettura

Cosa unisce il risultato delle elezioni tedesche e le future scelte di Giorgia Meloni? Gli esiti elettorali in Germania hanno visto la vittoria dei popolari di Merz, mentre l’estrema destra di AfD ha raddoppiato i suoi voti, guadagnando dieci punti, un risultato simile a quello della SPD, che ha invece perso lo stesso numero di voti. Di conseguenza, il centro di gravità del governo di Berlino si sposta verso l’ala moderata.

In Italia, i primi a intervenire sono i popolari e i sovranisti, alleati naturali dei cristiano-democratici di Merz. Forza Italia ha preso la parola con Antonio Tajani, che definisce il “PPE il vero argine ai populisti”, mentre il Carroccio di Matteo Salvini, che intrattiene senza esitazioni rapporti con AfD, non ha nascosto il suo entusiasmo, affermando che “il cambiamento vince anche in Germania” e che “l’Europa deve cambiare radicalmente”. Nel contempo, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha aggiunto alla sua lista di buone relazioni anche il governo tedesco, grazie alla sostituzione del critico Scholz con il nuovo cancelliere Merz, che ha più volte espresso stima nei confronti della premier.

Ma c’è un “ma”: Meloni si trova ora di fronte a un bivio sempre più imminente. Proprio per il buon rapporto con Merz, il cancelliere potrebbe chiedere al Presidente del Consiglio di prendere una posizione chiara tra l’Unione europea e gli Stati Uniti di Donald Trump, affinché i due schieramenti possano avanzare all’unisono. Inoltre, essendo sempre stato interlocutore delle destre europee meno estreme, soprattutto su temi delicati come l’immigrazione, Merz potrebbe rappresentare una zona di conforto per Meloni, lontana dai pregiudizi. Tuttavia, questo non lascia più spazio per l’indecisione, costringendo la premier italiana a scegliere se orientarsi verso un destino legato agli Stati Uniti o all’Unione Europea. Meloni deve dunque decidere quale “staffa” usare per salire sul “cavallo politico” del suo governo.

All’orizzonte si intravede un sovranismo europeo che si oppone all’emarginazione del ruolo dell’UE nel mondo e alla visione trumpiana, con il rischio di una frattura interna alla maggioranza: Forza Italia, infatti, è organica ai partiti del PPE, mentre la Lega salviniana sembra essere sempre più attratta dall’estrema destra tedesca e dalle teorie di Trump. Per il vicepremier Tajani, Forza Italia sarebbe pronta a collaborare con Merz per trasformare l’Europa in un “unico soggetto politico, economico e militare”. Fratelli d’Italia, invece, si è mostrata più cauto, guardando ai futuri equilibri internazionali.

La vittoria della CDU/CSU è stata la conferma che percorrere un sentiero segnato dalla sinistra radicale, senza una coalizione progressista, non porta a buoni risultati. Una lezione che, di certo, è arrivata all’orecchio della segretaria del PD, Elly Schlein, invitata da Daniela Ruffino di Azione a “leggere bene e fino in fondo il voto tedesco”, ma che vede comunque il lato positivo, ossia che “da oggi sappiamo che i sovranismi e i populismi possono essere sconfitti”. Matteo Renzi, invece, ammette il “risultato straordinario” di Musk e Salvini che hanno sostenuto AfD, pur insinuando un “ahimé” per Alice Weidel, che “non governa e non ha raggiunto quanto ci si aspettava”.

La vittoria di Merz sul fronte europeo

Sul fronte europeo, i risultati delle elezioni in Germania hanno suscitato un sospiro di sollievo per non aver visto trionfare l’estrema destra, accompagnato da un commento positivo da parte del Consiglio europeo, che considera “la legislatura europea come appena iniziata”. Inoltre, il nuovo capo del governo tedesco e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, appartengono alla stessa visione politica, quella del PPE, il Partito Popolare Europeo. Di conseguenza, il peso e il protagonismo dell’Unione a livello internazionale sono destinati ad aumentare, visto che i popolari sono sempre stati sostenitori dell’integrazione europea.

Nel contempo, tra i commissari UE si avverte la possibilità che l’esito delle elezioni in Germania possa ridimensionare il ruolo di von der Leyen e favorire la ricostruzione di un dialogo diretto franco-tedesco nella conduzione di un’Europa da salvare. Per vari motivi, Merz potrebbe assumere un profilo simile a quello del presidente francese, Emmanuel Macron, soprattutto in relazione al ruolo dell’Unione nelle negoziazioni per la fine del conflitto ucraino e sulla necessità di unificare sotto un unico tetto europeo il piano politico e militare.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo