Le polemiche sul gesto di Katharina Zeller, neosindaca di Merano, continuano a tenere banco a causa delle conseguenze di un gesto che ha indignato opinione pubblica e parte della politica. La decisione di togliere la fascia tricolore, passata dalle mani del primo cittadino uscente, Dario Del Medico, ha scatenato prima un caso mediatico e poi uno politico, che ha coinvolto anche il premier Giorgia Meloni: “Il tricolore non è un ornamento, è il simbolo vivo nell’unità nazionale, della nostra storia e dei valori fondanti della Repubblica“.
Alla luce di quanto avvenuto, la sindaca Zeller è intervenuta personalmente per chiarire le motivazioni che l’avrebbero convinta a compiere quel gesto, che in poco tempo l’ha resa una dei primi cittadini più discussi del Paese. In un’intervista a La Repubblica, Zeller ha sostenuto che la sua è stata una decisione dettata dal comportamento di Del Medico e quindi non da una volontà di mancare di rispetto ai simboli dello Stato italiano.
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Sindaca Zeller: “Non ho mancato di rispetto alla mia patria”
“Il tricolore rispetta l’Italia, la mia patria“, ha spiegato chiarendo che la scelta di svestirsi della fascia da sindaco è stata una risposta “a un gesto provocatorio e patriarcale, teso a presentarmi come una bambina ingenua, obbligata a ubbidire a un uomo politico esperto“. Secondo Zeller, quindi, se al suo posto vi fosse stato un uomo, allora Del Medico non avrebbe agito in quel modo, “affrontandolo fisicamente in un modo tanto invasivo“.
A mente fredda, comunque, la rappresentante dell’Svp confessa di essersi pentita e di essere consapevole delle implicazioni del suo gesto. “Non lo rifarei“, dichiara aggiungendo di “non avere problemi a chiedere scusa“, nella consapevolezza di aver potuto offendere una parte del Paese. Il suo gesto d’istinto è stato condannato anche dai suoi genitori, la senatrice di Svp, Julia Unterberger, e dell’ex deputato Karl Zeller, che hanno definito il suo gesto erroneo dal punto di vista politico, ma comprensibile da quello umano.
Sindaca Zeller: “Ho rifiutato una prepotenza esibita per riaprire i conflitti”
Zeller ha poi preso le distanze dalle dichiarazioni dell’estrema destra tedesca, che ha esaltato la sua decisione, sostenendo di non essere un politico che ha intenzione di dividere ma di essere “l’opposto di queste antistoriche nostalgie“. In questo senso, quindi, la sindaca ha chiarito che la polemica nata lo scorso lunedì è stata alimentata “solo dagli estremisti dei partiti“, per poi sottolineare gli insulti social ricevuti, caratterizzati da “sessismo” e “una violenza sorprendente“.
La prima cittadina ha poi voluto specificare che la fascia tricolore non è un obbligo in Trentino Alto Adige dal 2017. “Il tricolore è equiparate al collare con lo stemma del municipio ed è dovuto solo quando un sindaco esercita le sue funzioni. Si è deciso così proprio per rispettare ogni sensibilità“, ha messo in luce Zeller, chiarendo ancora una volta di non aver compiuto un gesto irrispettoso, né contrario alle funzioni del ruolo che da pochi giorni è stata chiamata a rivestire.
“Non ho rifiutato il tricolore, ma una prepotenza esibita per riaprire i conflitti di cui le destre hanno bisogno per non diventare irrilevanti“, ha poi tuonato, sottolineando che il solo video che è circolato sui social non è sufficiente a comprendere cosa sia realmente accaduto a Merano.
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