Nella giornata di oggi in Svizzera, al Bürgenstock Resort di Lucerna, si sta svolgendo la seconda giornata del Vertice sulla Pace in Ucraina, aperto ieri proprio dalle parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il premier Giorgia Meloni, dopo aver concluso ieri il G7 nel resort di Borgo Egnazia in Puglia, è volata in Svizzera per partecipare e intervenire al summit.
Ieri è stato rilasciato un comunicato congiunto che ha come centro proprio la pace tra Russia e Ucraina. “Il raggiungimento della pace richiede il coinvolgimento e il dialogo tra tutte le parti” si legge nel testo del documento, che potrebbe essere approvato senza il consenso di tutti i partecipanti. I media di Kiev, infatti, hanno sottolineato che questo comunicato riporta la data del 13 giugno e che non sarebbe ancora stato raggiunto l’assenso da parte di tutti i leader presenti al summit.
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Grandi esclusi del vertice i capi di Stato di Russia e Cina, due degli attori fondamentali del conflitto in Ucraina. Nella giornata di ieri era presenta a Lucerna il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha rinnovato il sostegno italiano a Kiev ed ha ribadito l’invio di nuovi finanziamenti e di una batteria di missili Samp-T. Oggi, alle 11:30 il premier Meloni è atterrata a Lucerna, dove ha avuto l’opportunità di tenere un discorso sull’importanza di una pace giusta, che però non si trasformi in una “resa incondizionata” ai voleri di Mosca.
Meloni: “L’Italia non volterà le spalle a Kiev, ma c’è bisogno di unire gli sforzi“
“Caro Volodymyr, sono qui per dirti che puoi continuare a contare su di noi, per tutto il tempo necessario” così Giorgia Meloni ha esordito nel suo intervento a Lucerna, in Svizzera, rivolgendosi direttamente al presidente ucraino Zelensky e ribadendo il sostegno italiano alla causa del suo Paese. “Continueremo ogni sforzo possibile per mantenere impegnati tutti i partner internazionali – ha proseguito il premier – poiché anche loro stanno soffrendo le conseguenze globali di questo conflitto. Intendiamo fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità per trasformare in realtà un futuro di pace e libertà per l’Ucraina“.
Giorgia Meloni ha voluto sottolineare che “la pace non significa resa” facendo riferimento alla proposta del presidente russo, che ha dichiarato di propendere per la pace ma solo de l’Ucraina cederà alle sue richieste. “Confondere la pace con la soggiogazione sarebbe un pericolo precedente per tutti” ha sostenuto il Presidente del Consiglio, per poi aggiungere: “L’Italia ha sempre fatto la sua parte e non ha intenzione di voltare le spalle ma dobbiamo unire tutti i nostri possibili sforzi per aiutare l’Ucraina a guardare al futuro ed è quello che abbiamo fatto al G7 sotto la presidenza italiana“.
Meloni: “Al G7 abbiamo raggiunto un risultato estremamente significativo“
“Possiamo costruire molto dopo la discussione di oggi“, così Giorgia Meloni si rivolge agli altri leader presenti, sottolineando l’importanza di un vertice come quello che da ieri si sta svolgendo a Lucerna. “Al vertice del G7 sotto la presidenza italiana abbiamo raggiunto un accordo per mettere a disposizione di Kiev circa 50 miliardi di dollari di ulteriore sostegno finanziario entro la fine dell’anno, sfruttando le entrate straordinarie derivanti dagli asset sovrani russi congelati” ha sottolineato il Presidente del Consiglio, per poi aggiungere: “Si tratta tratta di un risultato estremamente significativo, frutto di un grande lavoro di squadra svolto dai leader del G7“.
Il premier ha poi rivolto il suo discorso su quanto sta vivendo quotidianamente l’Ucraina: “Sono trascorsi 844 giorni dall’inizio dell’aggressione della Russia. Sono 844 giorni di eroica resistenza ucraina e di unità incrollabile che non ha mai mancato di sostenere il popolo ucraino“. Meloni ha quindi evidenziato che “difendere l’Ucraina significa difendere quel sistema di regole che tiene unita la comunità internazionale e protegge ogni Nazione” e che “Se l’Ucraina non avesse potuto contare sul nostro appoggio e quindi fosse stata costretta ad arrendersi, oggi non saremmo qui a discutere le condizioni minime per un negoziato“.
Meloni ha quindi concluso con un monito: “Se così fosse stato, oggi saremmo qui a discutere dell’invasione di uno Stato sovrano e tutti noi possiamo immaginare con quali conseguenze“.
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