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Meloni show da Vespa: “Ho sentito Trump, non c’è disimpegno su Kiev”

Ospite della prima giornata del Forum in Masseria, il premier ha affrontato tutti i dossier dell'attualità italiana. Dai dazi, su cui non si sbottona, passando a una dura critica al Tax credit, fino ad arrivare al monito sulla riforma della cittadinanza: "Rimaniamo sui temi del programma, non cerchiamo divisioni". E sul premierato? Meloni ammette la possibilità di doverlo far slittare all'ipotetico secondo mandato

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Una parola per tutto. Sembra essere questo il filo conduttore che ha segnato l’intervento di Giorgia Meloni al Forum in Masseria di Bruno Vespa. L’attualità politica, interna ed estera, riassunta in poche battute d’effetto per cercare di spiegare una quotidianità che sembra ogni giorno più complicata. Dal Tax Credit nel caso Kaufmann, fino ad una telefonata tenuta segreta con il presidente Usa, Donald Trump, il Presidente del Consiglio ha cercato di chiarire alcuni aspetti controversi che si sono sviluppati negli ultimi giorni, dando lo sguardo d’insieme tipico del capo del governo.

A interessare maggiormente è stata la telefonata con il Tycoon. Meloni ha sostenuto di aver parlato di dazi e Ucraina, cercando di comprendere quali siano le intenzioni del Nuovo Continente. Sul primo dossier, il premier non si è sbottonata, ricordando il ruolo importante rivestito dall’Italia come ponte tra Usa e Ue, ma sottolineando che i negoziati possono essere portati avanti esclusivamente da Bruxelles. Il fronte ucraino, invece, è ben più caldo.

Meloni ha voluto chiarire che la decisione degli Usa di sospendere la fornitura dei Patriot e di alcuni missili a Kiev non rappresenta affatto un tentativo di sfilarsi dall’alleanza. “Gli Stati Uniti non hanno interrotto la fornitura di armi e il sostegno all’Ucraina, hanno rivisto la decisione di fornire specifiche componenti“, ha puntualizzato il Presidente del Consiglio, chiarendo che tale presa di posizione è ben diversa dal disimpegno di cui si è parlato in questi giorni.

Meloni: “Questo è il momento delle sanzioni alla Russia”

Il premier si è anche detta speranzosa di prossimi “sviluppi positivi“, sottolineando che non è più possibile attendere le volontà del presidente russo, ma è necessario intervenire con sanzioni importanti che creino pressioni significative sul Cremlino. Un piano che potrebbe avere successo, però, solamente se anche gli Stati Uniti decideranno di prendervi parte.

Proprio di queste possibilità si discuterà nel corso della Conferenza sulla ricostruzione ucraina che si svolgerà a luglio a Roma con una “partecipazione ampia e di alto livello“. Saranno ovviamente presenti Volodymyr Zelensky e Ursula Von der Leyen, così come il primo ministro Donald Tusk e il cancelliere tedesco Friedrich Merz. Tutti questi contatteranno poi telefonicamente il presidente francese, Emmanuel Macron, e il primo ministro britannico, Keir Starmer, proprio per discutere delle iniziative da adottare per arrivare alla pace.

Meloni: “Il governo si deve concentrare sulle priorità del suo programma”

Tornando al fronte interno, Meloni non ha perso occasione per tirare una dura scoccata a Forza Italia. La bufera sullo Ius Scholae, ovvero la riforma della legge sulla cittadinanza, non è passata inosservata a Palazzo Chigi. Il premier ha chiarito nuovamente, come già accaduto in passato, che è normale che sul tema vi siano sensibilità diverse, in quando la coalizione di governo è formata da partiti differenti.

Proprio per questo, però, è stato stilato un programma di governo, ovvero evitare che possano esservi incomprensioni durante il mandato. “Per cui io penso che sarebbe utile per tutti concentrarsi sulle priorità indicate nel programma su cui siamo  tutti d’accordo“, ha sostenuto il premier, lasciando intendere che la riforma della cittadinanza non si trovi tra esse.

Un dossier prioritario, invece, è quello del protocollo Italia Albania, ovvero dei Cpr per migranti a Schengjin e Gjiader. “Su questo tema stiamo andando avanti, nonostante siano evidenti i tentativi per impedire che questa iniziativa non vada avanti a tutti costi“, ha osservato, per poi sottolineare di essere sempre più convinta che questa iniziativa possa rivelarsi un successo. Uno dei motivi è l’interesse di altri Paesi europei, come la Gran Bretagna, che starebbero tentando di muoversi nella stessa direzione.

Meloni: “Tax credit ha creato un meccanismo distorto”

Meloni non ha evitato di esprimersi neanche su uno degli ultimi dossier di questi giorni. Partendo dal caso Kaufmann, il premier ha sostenuto che il Tax Credit avrebbe creato un meccanismo piuttosto contorto nel cinema italiano.

Consentiva di finanziare con centinaia di migliaia di euro con le tasse dei cittadini film che guadagnavano poche centinaia di migliaia di euro e consentivano di pagare ricchi cachet a registi e attori“, ha spiegato, per poi aggiungere che negli ultimi anni questi film non sarebbero riusciti neanche ad ottenere successo nelle sale. In totale, quindi, la spesa del governo sarebbe ammontata a circa 7 miliardi di euro in otto anni, come riportato dal Presidente del Consiglio.

Quello di Meloni si è rivelato un discorso piuttosto omogeneo, finalizzato a mettere in luce i successi del governo e i piani futuri. Sul premierato, però, si incontra la prima falla anche se mascherata da priorità. La riforma potrebbe slittare ad un ipotetico secondo mandato, con l’obiettivo di affrontarla in maniera adeguata e senza fretta. Una promessa non mantenuta rimane comunque tale, anche se addolcita con il proposito di attuarla in futuro.

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