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Meloni cerca sponde per soluzione diplomatica in Iran: colloqui anche con Macron e Carney

Il capo del governo sta seguendo "con massima attenzione" la crisi in Iran, tanto da aver convocato per questa mattina una videoconferenza con i ministri e i servizi di intelligence. Il premier ha sentito telefonicamente il primo ministro britannico, Keir Starmer, il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, e i leader del Golfo. Tutti si sono detti favorevoli ad una ripresa dei negoziati tra Usa e Iran

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L’impensabile è accaduto e ora serve correre ai ripari. Gli Stati Uniti hanno attaccato nella notte tre siti nucleari iraniani e ora si temono le conseguenze di questo strappo. In che modo reagirà l’Iran? Siamo sull’orlo di un nuovo conflitto mondiale? Altre regioni mediorientali prenderanno parte al conflitto? Sono queste le domande principali a cui le autorità occidentali dovranno trovare una risposta per rincuorare i propri cittadini.

Giorgia Meloni ha espresso nel corso del vertice con i ministri e i servizi segreti, convocato d’urgenza dopo l’attacco statunitense, la sua volontà di riportare il conflitto verso la strada diplomatica. Ora, però, l’attenzione deve essere massima. Secondo il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in Italia è necessario rinforzare le difese intorno alle basi americane (quante sono e dove si trovano), mentre per il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, i rischi sono legati a possibili cyberattacchi contro ambasciate e luoghi di culto.

Secondo il titolare della Farnesina, però, non vi sarebbero rischi per il nostro Paese perché questo non è mai stato visto come un nemico dall’Iran. Inoltre, “nessun aereo partito dall’Italia è andato a bombardare i siti nucleari di Teheran“. Il Presidente del Consiglio, comunque, continuerà a rimanere in contatto con i principali alleati e leader della regione nelle prossime ore. Sempre nel corso della mattinata, Meloni ha avuto contatti telefonici anche con con il primo ministro del Regno Unito, Keir Starmer, e con il cancelliere della Repubblica Federale di Germania, Friedrich Merz. Lo confermano fonti di Palazzo Chigi.

Il capo del governo ha avuto anche uno scambio di vedute con Mark Carney, attuale presidente del Canada e leader del G7, e con il presidente francese, Emmanuel Macron. Un tentativo di comprendere quali siano gli umori e soprattutto di affrontare in modo adeguato e allineato la situazione.

Con questo stesso obiettivo, Meloni ha avuto colloqui con il Principe Ereditario e primo ministro saudita, Mohammad bin Salman Al Saud, il Presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan, e l’Emiro del Qatar, Tamim bin Hamad al-Thani. I leader del Golfo si sono tutti espressi a favore della necessità di individuare una modalità di ripresa dei negoziti, così da porre fine al conflitto in corso.

Meloni convoca ministri e servizi segreti

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, non ha rilasciato alcuna dichiarazione pubblica su quanto accaduto. Fonti di Palazzo Chigi hanno però confermato che il premier si è già attivata per cercare di limitare i danni che questo conflitto potrebbe causare all’Italia. Il capo del governo sta seguendocon massima attenzione” la crisi in Iran, tanto da aver convocato per questa mattina una videoconferenza con i ministri interessati dalla questione, con il sottosegretario Alfredo Mantovano e con i vertici dell’intelligence.

Una riunione finalizzata a fare il punto della situazione e soprattutto a comprendere quali possano essere i prossimi passi degli attori in gioco. L’Iran ha già dato inizio alla sua vendetta sul territorio di Israele, lanciando dure offensive che hanno provocato danni gravissimi alle città di Haifa e Tel Aviv. Ora resta da capire se questi stessi raid possano colpire basi militari Usa in Medio Oriente. In questo senso, le prossime 48 ore si riveleranno cruciali.

L’Iran ha già promesso vendetta contro gli Stati Uniti, condannando il loro attacco in quanto andrebbe contro tutte le linee del diritto internazionale, oltre ad aver posto fine ad ogni possibilità di negoziato finora esistente. Il presidente Usa, Donald Trump, non sembra comunque particolarmente scalfito da questa presa di posizione, tanto da aver minacciato l’Iran di attacchi ancora più duri di quelli lanciati questa notte nel caso in cui l’incolumità di cittadini americani, militari o civili, venga messa in pericolo nella regione.

Il piano di Meloni per l’Iran

I radi statunitensi sul territorio iraniano hanno ovviamente dato vita ad una rimodulazione del conflitto su cui al momento le certezze sono ben poche. Fino a ieri, il premier ha sostenuto di non ritenere che un attacco statunitense potesse essere la modalità più corretta per riportare l’Iran al tavolo delle negoziazioni. Giorgia Meloni non ha mai dubitato infatti della possibilità che la diplomazia fosse la strada più corretta per riportare Teheran sulla giusta via.

L’Italia, sin dal primo attacco di Israele all’Iran, ha sostenuto che lo Stato islamico non potesse possedere testate nucleari in quanto troppo poco stabile e dunque pericoloso. La strada delle offensive violente, però, non è apparsa a Palazzo Chigi come la migliore delle strategie. Negli scorsi giorni, quindi, il premier ha sostenuto che gli attacchi sferrati da Israele potessero aver aperto una strada verso il negoziato e che, in considerazione di ciò, avrebbero dovuto fermarsi.

Il nuovo attacco di Trump ha rimescolato le carte in gioco e ora ogni certezza sembra decaduta. Meloni si prepara dunque ad affrontare una settimana di fuoco, tra l’incontro domani alla Camera per le dichiarazioni prima del vertice Nato dell’Aia fino al vertice con le altre potenze euroatlantiche. Così come nel caso del G7 di Kananaskis, in Canada, il cui programma ha dovuto adeguarsi al conflitto appena scoppiato in Iran, non si esclude che anche il vertice della Nato possa dover cambiare la sua agenda per accomodare incontri e discussioni sul nuovo ruolo degli Stati Uniti nel conflitto.

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