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Meloni ricorda il disastro del Vajont: “Una cicatrice indelebile. L’Italia non dimentica”

A 61 anni di distanza, la premier Giorgia Meloni ha condiviso un messaggio sui social

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Il 9 ottobre 1963 è una data che rimarrà impressa nella memoria collettiva del nostro Paese. Il disastro del Vajont rappresenta una tragedia evitabile, causata dalla negligenza umana, che ha lasciato una cicatrice profonda nella nostra Nazione. I segnali di allerta e i rischi già individuati furono purtroppo ignorati. Quella sera, quasi duemila persone persero la vita e interi paesi vennero completamente distrutti.

A 61 anni di distanza, la premier Giorgia Meloni ha condiviso un messaggio sui social, sottolineando l’importanza di mantenere vivo il ricordo di questa tragedia. La presidente del Consiglio ha affermato che questa esperienza deve servire come monito per prevenire futuri disastri. “Portiamo quella cicatrice nella nostra memoria e la utilizziamo affinché tali eventi non accadano più. L’Italia non dimentica“, ha concluso Meloni.

Il disastro del Vajont

Nella notte del 9 ottobre del 1963, al confine tra Friuli-Venezia Giulia e Veneto, una frana enorme precipitò in una riserva d’acqua nella valle del Vajont, generando un devastante ‘tsunami’. Questo evento rappresenta uno dei più gravi disastri naturali europei del XX secolo, che rase al suolo la cittadina di Longarone, alterando in modo irreversibile il territorio circostante. La massa di terra che precipitò nel lago del Vajont superava l’estensione del lago stesso e generò due onde gigantesche, alte oltre 250 metri. La prima onda colpì le località di Casso ed Erto, risparmiando per poco i due paesi, ma devastando alcune frazioni. La seconda onda, la più devastante, superò la diga e si diresse verso la valle del Piave, colpendo in pieno la cittadina di Longarone dopo soli quattro minuti. Questo evento catastrofico segnò un momento tragico nella storia italiana, causando distruzione e morte in un tempo incredibilmente breve.

Quella tragica sera, molti abitanti di Longarone stavano seguendo la finale di Coppa dei Campioni tra Real Madrid e Glasgow Rangers quando la loro città venne spazzata via in un istante. Circa 1920 persone persero la vita, inclusi centinaia di bambini. Solo 750 corpi furono identificati, mentre alcuni non furono mai riconosciuti e altri non vennero mai ritrovati.

L’onda devastante, prima di raggiungere Longarone, aveva generato un’onda d’aria così potente da essere paragonabile a una piccola bomba atomica. La forza dell’impatto fu tale che molte delle vittime vennero trovate nude, i loro vestiti spazzati via dallo spostamento d’aria. Questo evento segnò un capitolo tragico nella storia italiana, lasciando una ferita indelebile nella memoria collettiva.

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