Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha vestito i panni di un leader che non si arrende mai e che, persa un’opportunità, si gira immediatamente in cerca della prossima occasione. Il premier lo ha dimostrato con la decisione di investire le sue energie nel vertice della Nato, che da ieri si sta svolgendo a Washington, alla presenza delle più grandi potenze mondiali. Incassato il colpo durissimo a Bruxelles, dove i tanto agognati traguardi sembrano sempre più lontani, Meloni ha deciso di sfruttare la sua influenza oltreoceano, dove giova dell’approvazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden.
L’obiettivo italiano sarebbe quello di aggiudicarsi l’inviato speciale dell’Alleanza per il fronte Sud, ovvero una nuova figura sollecitata proprio da Roma con il compito di vigilare sul Mediterraneo, divenuto ormai teatro cruciale dell’attualità. Se un nome italiano sembrerebbe ideale per la posizione, vista anche la condizione geografica del nostro Paese, l’Italia non è l’unica concorrente per la carica: la Spagna e la Francia avrebbero infatti puntato lo stesso obiettivo di Giorgia Meloni. Emmanuel Macron sembrerebbe essere diventato il nemico invincibile del Presidente del Consiglio che, dal G7 di Borgo Egnazia, si è mostrata sempre più gelida nei suoi confronti.
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Dopo la sconfitta di Marine Le Pen, però, Macron sembra aver riacquistato gran parte della sua influenza e il vertice Nato è il primo summit in cui Macron giunge nuovamente pieno dei suoi poteri. Anche su questo fronte, la leader di Fratelli d’Italia ha cercato di minimizzare anche se con qualche difficoltà. Sul fronte interno, invece, Giorgia Meloni deve prestare particolare attenzione a uno dei suoi vicepremier, il leader della Lega Matteo Salvini, sempre pronto a smarcarsi dalle decisioni e dalle prese di posizione del Capo del governo. Fresco di adesione al gruppo dei Patrioti, Salvini è convinto che le sue azioni non influenzeranno la politica interna dell’Italia, ma per ora dovremmo fidarci solo delle sue previsioni.
Meloni: “In Europa oggi ci sono governi meno stabili del nostro“
Giorgia Meloni, anche da Washington, ha voluto ricordare l’importanza che la stabilità del governo italiano riveste nelle relazioni internazionali in Europa. “Eravamo abituati a un tempo nel quale l’Italia era una Nazione instabile in un’Europa che aveva, soprattutto fra le grandi nazioni, governi molto solidi – ha sostenuto Meloni – Oggi vediamo una realtà molto diversa. Vediamo un’Italia con un governo molto solido in un’Europa nella quale ci sono invece dei governi meno stabili del nostro“.
Eppure, il premier non è stato accolto positivamente, come avrebbe sperato. Il voltafaccia dei Popolari, insieme a Liberali e Socialisti, che hanno votato un pacchetto di nomi preconfezionato prima di discuterne con lei, brucia ancora a distanza di settimane. Meloni, però, non si perde d’animo, nemmeno a seguito della declassazione di Ecr a quarto partito per grandezza in Europa. Il nuovo e freschissimo gruppo dei Patrioti, fondato tra gli altri dal premier ungherese Viktor Orban, ha macinato più successi di quanto immaginato.
La nuova frontiera, ad oggi, riguarda la Nato. Un territorio nuovo da sondare, anche grazie al legame con Joe Biden. Il bacio del presidente sulla testa di Meloni ha in fin dei conti fatto il giro del mondo. Allo stesso modo, però, hanno fatto il giro del mondo le immagini di uno spaurito presidente, in evidente difficoltà durante un testa a testa con l’avversario Donald Trump. Biden potrebbe essere un buon alleato per Meloni, ma l’incognita sul suo futuro va tenuta in considerazione. Chi lo sa bene è Matteo Salvini, che in tutta risposta ha iniziato il suo corteggiamento nei confronti di Donald Trump.
L’incognita Matteo Salvini
Il premier è consapevole che mentre tiene gli occhi sulla nuova figura dell’inviato speciale della Nato per il fronte Sud, non può distrarsi troppo da ciò che accade in patria. Le macchinazioni di Matteo Salvini, che ancora non accetta il voto ottenuto alle scorse elezioni, potrebbero mettere ancora più a rischio la posizione di Meloni nell’Ue. Solo quest’anno il gruppo dei Conservatori europei, di cui Meloni è presidente, era riuscito a raggiungere il terzo posto per numero di eurodeputati. Un successo effimero, che si è raffreddato immediatamente e in parte per l’azione del vicepremier leghista.
La Lega ha infatti deciso di aderire al nuovo gruppo europeo dei Patrioti, insieme al Rassemblement National di Marine Le Pen. Un cambio di rotta che ha permesso al gruppo fondato da Orban di superare Ecr in tempi record. Il cordone sanitario nei confronti del partito di ultradestra non è ancora stato rimosso, ma le preoccupazioni di Meloni comunque non si sopiscono. Salvini ha infatti intrapreso una strada sempre meno atlantista e sempre più incentrata su questioni che potrebbero indebolire la figura del premier.
Interpellato sulla questione delle guerre, il leader della Lega ha più volte criticato l’operato del governo italiano e di quello europeo. “Più armi si inviano, più la guerra va avanti“, ha affermato il leader della Lega in una diretta sui social, rispondendo a un follower che gli chiedeva di fermare il conflitto in Ucraina. Per quanto riguarda il fronte oltreoceano, invece, Salvini sta cercando di guadagnare la fiducia di Donald Trump, nella speranza che questo riesca a trionfare nelle presidenziali del prossimo novembre. Un obiettivo che, se raggiunto, potrebbe favorire il vicepremier leghista.
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