La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni non è mai stata così ai ferri corti. Tanti i temi che fanno capolino a Palazzo Chigi e che risuonano nel dibattito politico: salario minimo, tasse sugli extraprofitti e fondi per l’alluvione in Emilia-Romagna, i temi caldi di questa estate politica.
La premier è chiamata a rispondere e dall’altro capo del filo ci sono le apposizioni che bramano un suo passo falso. Non agevolano il cammino del governo i distinguo interni alla maggioranza. Sulle banche ci pensa Tajani a togliere il sonno a Giorgia meloni: “Mai più un Consiglio dei ministri come quello sugli extraprofitti“. Come dire che la lunea politica da tenere sui geandi temi si decide insieme.
Meloni: salario minimo e il malumore delle opposizioni
Sul salario minimo il dialogo con gli altri partiti si è inevitabilmente arenato. Si manda la palla in tribuna e si delega al Cnel l’elaborazione di una proposta e la tenuta di un tavolo che scricchiola. Da Palazzo Chigi nessuna strategia comune, solo lo sdegno e il malumore dell’opposizione – in particolare PD e Movimento 5 Stelle – che aspetta al varco la Meloni al rientro delle vacanze. Proprio sulle vacanze estive colpisce duro il leader della Cgil, Maurizio Landini: “Se il governo, anziché chiudersi nei resort, ascoltasse le persone che non possono andare in vacanza capirebbe perché la piazza del 7 ottobre a Roma sarà strapiena” ha riferito a La Stampa. Le opposizioni fanno il loro mestiere e cercano di allargare le divisioni della maggioranza, sempre più attenta alle elezioni europee del giugno 2024.
Durante la sua vacanza in Puglia con la famiglia, la premier è stata buttata giù dal lettino dalle dichiarazioni di Giuseppe Conte: “La guerra tra poveri è un modus operandi del governo. Dalla sanità alla prescrizione, questo governo non esprime una visione, ma cerca di tenersi buone le lobby. È un lobbismo di Stato, un corporativismo che finisce per fare gli interessi di categorie pressanti. Questa destra, se prima era sociale, è diventata asociale“.
Bonaccini vs Meloni: i fondi per l’alluvione
“La fretta che Meloni mi imputa, in realtà, è quella dei nostri concittadini. Che tutto meritano fuorché polemiche sterili tra istituzioni o il fatto che non debbono lamentarsi perché molto sarebbe già stato fatto. Purtroppo non è così, la premier può senz’altro chiedere direttamente a famiglie e imprese“. Il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini risponde così alla premier Meloni sugli aiuti stanziati in Emilia-Romagna.
Ad oggi infatti, gli unici contributi arrivati ai cittadini sono quelli decisi dalla Regione e dalla Protezione civile nazionale. L’ira di Bonaccini risuona sotto l’ombrellone della presidente e le da il colpo di grazia dicendo che la sua iniziale premura non era altro che ricerca di visibilità. È singolare che non si leva alcuna voce in difesa della Meloni dai respinsabili degli altri partiti di maggioranza.
Meloni su extraprofitti: irritata Forza Italia
Un altro punto è quello sugli extraprofitti. Forza Italia e in particolar modo, Antonio Tajani non ci stanno. Una questione di principio, proprio perché su questo Cdm non erano al corrente di nulla. Messo all’angolo dal protagonismo di Meloni, che temeva una fuga di notizie, il segretario azzurro sbotta e afferma che “Non ne sapevamo nulla, certe cose vanno concordate. E il provvedimento va modificato. Capisco quello che dice Meloni, ma resto della mia idea“. Il fatto che il vicepremier Tajani aggiunga che il comportamento della premier Meloni non intacca la stabilità del governo non cambia di molto l’aria che si respira tra le forze politiche di maggioranza. Insomna, le precisazioni di Tajani nulla tolgono a punti vista che sono necessariamente diversi, perchè la politica reclama i propri spazi.