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Meloni in Canada per il G7: il premier in colloquio con Costa e Al Thani sulla situazione in Medio Oriente

Si presume e prevede che il Presidente del Consiglio, in considerazione dei suoi ottimi rapporti con l'amministrazione americana e del suo ruolo di ponte tra Usa e Ue, possa avere un bilaterale privato con il leader degli States. L'obiettivo di questo confronto dovrebbe essere proprio quello di trattare e scoprire i prossimi passi degli Usa nei confronti di una soluzione diplomatica che ponga fine alle ostilità in corso tra Iran e Israele

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Il G7 a Kananaskis, in Canada, avrà inizio tra meno di 24 ore. Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è atterrata a Calgary questa notte, intorno alle 2 del mattino, pronta per prendere parte ad un evento che si presuppone abbia una valenza globale. Lo scoppio del conflitto tra Iran e Israele ha infatti rivitalizzato le discussioni canadesi, che fino a pochi giorni fa avrebbero dovuto concentrarsi sulla pacificazione dell’Ucraina e sul traffico illecito di migranti.

Da quanto si apprende, il presidente del Consiglio avrà oggi due incontri bilaterali. Il primo con il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, e il secondo con il primo ministro britannico, Keir Starmer. Domani è invece previsto l’incontro con il primo ministro canadese, Mark Carney. Nella giornata di oggi, invece, il premier ha avuto un colloquio telefonico con l’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad Al Thani, e con il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa. Lo ha riferito Palazzo Chigi, confermando l’attenzione del premier per la situazione mediorientale, anche all’alba del G7

Intanto cresce l’attesa in Canada per l’arrivo degli altri leader, Oggi dovrebbero atterrare nel Paese delle foglie d’acero la maggior parte dei leader attesi. Da Ursula Von der Leyen e Antonio Costa, presidente della commissione Ue e presidente del Consiglio europeo, passando per Anthony Albanese, Cyril Ramaphosa, Shigeru Ishiba. Gli ultimi ad arrivare dovrebbero essere il presidente francese, Emmanuel Macron, atteso per le 3 del mattino italiane, e il presidente Usa, Donald Trump, che dovrebbe arrivare per le 5 del mattino.

Al centro del G7 in Canada il conflitto tra Israele e Iran

La nuova escalation mediorientale ha mandato in tilt l’organizzazione del G7 canadese, che ora si trova a far fronte ad un nuovo spinoso argomento. L’ostilità tra Israele e Iran non può essere infatti sottovalutata e i leader dei Paesi del Group of 7 dovranno far fronte alla nuova emergenza, cercando di mettere insieme gli sforzi per evitare che questo nuovo conflitto porti con sé conseguenze devastanti.

L’inizio dei lavori, previsto per domani mattina, si presenta già piuttosto complesso. A differenza dei vertici passati, tra cui l’ultimo che nel 2024 si è svolto a Borgo Egnazia in Puglia, i 7 Paesi non si impegneranno in un un’unica dichiarazione finale, ma firmeranno sette brevi dichiarazioni su temi quale il finanziamento dello sviluppo, l’intelligenza artificiale; le tecnologie quantistiche, la lotta agli incendi, i minerali critici, la repressione transnazionale e il contrasto al traffico di migranti. Si tratta di un primo segnale delle differenti visioni dei leader occidentali, che si trovano a dover far fronte a problemi di portata globale senza avere una visione chiara e unitaria.

La posizione dell’Italia al G7 sul conflitto tra Israele e Iran

A tali difficoltà si aggiungerà quindi quella di dover affrontare un tema delicato come la nuova tensione tra Gerusalemme e Teheran. L’attenzione sarà tutta puntata sul presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che potrebbe svolgere un ruolo fondamentale nella risoluzione del conflitto. Sono proprio gli Usa ad avere un particolare interesse nell’impossibilità per l’Iran di produrre armi atomiche. Inoltre, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha confermato che il suo Paese ha agito nella totale trasparenza con Washington.

Si presume e prevede che il Presidente del Consiglio, in considerazione dei suoi ottimi rapporti con l’amministrazione americana e del suo ruolo di ponte tra Usa e Ue, possa avere un bilaterale privato con il leader degli States. L’obiettivo di questo confronto dovrebbe essere proprio quello di trattare e scoprire i prossimi passi degli Usa nei confronti di una soluzione diplomatica che ponga fine alle ostilità in corso.

L’obiettivo della presenza di Meloni in Canada è stato in parte chiarito dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel corso della sua informativa al Parlamento avvenuta ieri. “In tutti i contatti dei prossimi giorni e nei principali consessi internazionali l’Italia è pronta a fare la sua parte, a tutti i livelli“, ha spiegato il vicepremier, chiarendo il ruolo centrale che il nostro Paese dovrebbe svolgere nel corso del G7. La posizione che l’Italia dovrebbe rivestire sarà quella di invitare tutti i presenti ad adottare soluzioni diplomatiche ì, che sostituiscano le devastazioni della guerra.

I lavori del G7 in Canada

Il bilaterale di Giorgia Meloni con Donald Trump potrebbe però non essere l’unico nel corso del G7 in Canada. La presenza del leader ucraino, Volodymyr Zelensky, implicherebbe un incontro con il Tycoon per discutere della situazione ucraina. Un tema che potrebbe però passare in secondo piano in favore della situazione iraniana. Trump dovrebbe avere un colloquio anche con il primo ministro canadese, Mark Carney, con cui ha mantenuto i canali di comunicazione aperti nei giorni scorsi.

Meloni, invece, potrebbe incontrare il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e i leader dell’area mediorientale come Arabia Saudita, Giordania, Oman ed Emirati. Tali bilaterali saranno fondamentali per comprendere in che modo proseguire nell’area mediorientale. Il premier, inoltre, introdurrà la terza sessione di lavoro del G7, dal titolo “Comunità scure“,

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